14 aprile

Una veglia per i cristiani uccisi negli ultimi anni

Abbiamo nei loro confronti un grande debito e non possiamo dimenticarli

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La comunità di Sant’Egidio ha promosso una veglia di preghiera in memoria dei cristiani uccisi negli ultimi anni.

La veglia è stata celebrata la sera del Lunedì Santo nel Santuario della Visitazione in via Lame e presieduta dal Cardinale Arcivescovo.E’ stata un’ occasione per fare memoria, ma anche per raccogliere attraverso i nomi e le storie a cui si è fatto riferimento durante la preghiera, la testimonianza di chi ha creduto fino alla fine e si è lasciato guidare dall’amore.

Secondo i dati accertati raccolti dall’Agenzia Fides, nel corso del 2024 sono stati 13 i “missionari” cattolici uccisi violentemente, di cui 8 sacerdoti e 5 laici. Anche quest’anno in Africa e in America si registra il numero più alto di operatori pastorali uccisi: cinque in entrambi i continenti. Nel 2024 due sacerdoti in Europa sono morti a seguito di assalti violenti in due Paesi europei. Dal 2000 al 2024 il totale dei missionari e operatori pastorali uccisi è di 608.

Come evidenziano le informazioni sulle loro biografie e sulle circostanze della morte, i missionari e gli operatori pastorali uccisi non erano sotto i riflettori per opere o impegni eclatanti, ma operavano dando testimonianza della loro fede nella ordinarietà della vita quotidiana, non solo in contesti segnati dalla violenza e dai conflitti. Non pochi sono coloro che, pur consapevoli dei pericoli che corrono, manifestano la loro fede o partecipano all’Eucarestia domenicale. Altri vengono uccisi nello sforzo di soccorrere nella carità la vita di chi è povero, nel prendersi cura degli scartati dalla società, nel custodire e nel promuovere il dono della pace e la forza del perdono. Altri ancora sono vittime silenziose, come singoli o in gruppo, degli sconvolgimenti della storia.

Verso tutti loro abbiamo un grande debito e non possiamo dimenticarli. «io vi mando come pecore in mezzo a lupi», aveva detto Gesù ai suoi discepoli, «E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Mantenere viva la speranza allora è il principio vitale che sorregge la missione dei discepoli anche nei momenti più bui e nelle situazioni di più aspre avversità, temprando il loro carattere e rendendo efficace la loro testimonianza.

 

 

 

 

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