Dopo il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi
L’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi e la Chiesa di Bologna, appresa la notizia del ritrovamento dei corpi di alcuni ostaggi israeliani rapiti lo scorso 7 ottobre, hanno espresso vicinanza al dolore di Rachel, madre di Hersh Goldberg-Polin, incontrata durante il Pellegrinaggio diocesano di Comunione e Pace in Terra Santa svoltosi nel giugno scorso, il cui figlio è una delle vittime ritrovate. E’ stata espressa vicinanza al dolore di tutte le famiglie degli ostaggi e delle popolazioni che stanno soffrendo in quella regione. L’Arcivescovo, che in questi mesi era rimasto in contatto con lei, ha invitato ad ascoltare ancora una volta le parole di Rachel: «Le nostre famiglie e quelle dei civili innocenti uccisi a Gaza provano lo stesso dolore. Non è una classifica del dolore né una competizione a chi soffre di più o a chi versa più lacrime. Siamo tutti umani. Abbiamo bisogno che si fermi la guerra e che smetta di esistere la sofferenza che stiamo sperimentando in questa zona del mondo. Non voglio che il mio dolore provochi altro dolore» e l’appello di Dani Miran, padre dell’ostaggio Omri, affinché sia cessato il fuoco e finisca la guerra.
L’Arcivescovo e la Chiesa di Bologna, ascoltando il grido di dolore invitano a pregare per la pace, per la fine del conflitto ed esprimono la vicinanza a tutte le vittime e popolazioni che soffrono, e si uniscono alla preghiera di Papa Francesco all’Angelus per la Festa dell’Assunta: «Chiedo ancora una volta che si cessi il fuoco su tutti i fronti, che si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata. Incoraggio tutti a compiere ogni sforzo perché il conflitto non si allarghi e a percorrere le vie del negoziato affinché questa tragedia finisca presto! Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta».
Nella foto, a sinistra, Rachel Goldberg-Polin, madre di Hersh, durante l’incontro con i pellegrini lo scorso 13 giugno a Gerusalemme.