All’inizio della seconda settimana di Quaresima, la Chiesa ci fa meditare e pregare il mistero della Trasfigurazione del Signore. Essa illumina dal di dentro tutto il nostro cammino quaresimale; ne indica la direzione. Il Signore mi conceda di aiutarvi colle mie parole ad averne una consolante comprensione.
1. «Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare». Nella storia del popolo ebreo, il monte era stato il luogo delle grandi rivelazioni di Dio a Mosè e al profeta Elia.
Che cosa accadde a Gesù? «il suo volto cambiò di aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante». E poco oltre, il testo evangelico aggiunge che i tre discepoli «videro la sua gloria».
Dobbiamo a questo punto tenere presente ciò che significa “gloria” nel vocabolario biblico. La parola non significa uno splendore solamente esteriore, ma ciò che Dio è in se stesso.
Che cosa dunque significa che i tre discepoli «videro la gloria di Gesù»? Videro Gesù come Egli è davanti a Dio. Pochi giorni prima Gesù aveva chiesto: «chi sono io per la gente?»; poi subito dopo, rivolgendosi ai discepoli: «ma voi chi dite che io sia». Ed aveva ricevuto due risposte molto diverse. Ora è un’altra domanda quella decisiva: “chi è Gesù secondo Dio, secondo il Dio di Mosè e di Elia?”. E la risposta è in ciò che accade: la trasformazione del volto e del corpo di Gesù nella stessa luce e nello stesso splendore di Dio. La risposta è nelle parole che si odono: «questi è il Figlio mio l’eletto: ascoltatelo».
Ma questa grandiosa rivelazione dell’identità di Gesù avviene durante una conversazione di Gesù con Mosè ed Elia. Il testo evangelico ce ne rivela anche il contenuto: «parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a termine a Gerusalemme». La gloria di Dio rivela chi è veramente Gesù solo all’interno della decisione di Gesù di percorrere la via della croce. La sua carne è glorificata mediante la Croce.
Cari fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo visto, contemplato Gesù tentato dal Satana nel deserto. E Satana, concludeva il Vangelo di domenica scorsa, non si è dato per vinto. Egli continuerà ad insidiare la libertà umana di Gesù perché abbandoni la via della croce, per cercare il successo, il potere, e la gloria umani. Ciò che Gesù vive sul monte nella Trasfigurazione è la conferma colla quale il Padre consola interiormente Gesù, anticipandogli già da ora per qualche istante quella gloria con cui lo avrebbe glorificato nella Risurrezione.
Sceso dal monte, Gesù qualche giorno dopo farà ai suoi discepoli il secondo annunzio della passione [cf. Lc 9, 44] con una convinzione che vuole trasmettere ai suoi discepoli: «mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato in mano degli uomini». Gesù, continua il racconto evangelico, «mentre stavano per compiersi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, indurì il volto per andare a Gerusalemme» [9, 51].
La trasfigurazione che ha vissuto nella sua carne, spinge Gesù verso la passione: «egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce; disprezzando l’ignominia, si è assiso alla destra del trono di Dio» [Eb 12, 2].
2. Cari fratelli e sorelle, vi ho detto all’inizio che il mistero della Trasfigurazione del Signore indica la direzione del nostro cammino quaresimale. In che senso?
Riascoltiamo l’apostolo Paolo: «la nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose».
Durante la Quaresima noi lasciamo operare in noi la potenza del Signore trasfigurato; noi facciamo spazio e consentiamo che la sua potenza operi in noi, e “trasfiguri la nostra persona nella sua gloria”. Ciò che è accaduto nell’umanità di Gesù al momento della Trasfigurazione, deve accadere in ciascuno di noi: siamo destinati a divenire “trasfigurati” in Gesù trasfigurato.
In che modo? Come potremmo consentire alla potenza trasfiguratrice di Gesù di operare in noi? La Quaresima ci è donata per disporci a questa trasfigurazione.
Se vogliamo essere trasfigurati in Cristo, dobbiamo non essere «tutti intenti alle cose della terra»; riconoscere la nostra indegnità e confessare spesso i nostri peccati.
E’ questa la grazia che la Chiesa ci ha fatto chiedere all’inizio: di essere nutriti nella nostra fede dalla parola di Dio, e purificati negli occhi del nostro spirito, perché possiamo contemplare e partecipare la gloria del Signore trasfigurato.