Vorrei iniziare la mia riflessione aiutandovi a prendere coscienza della situazione
in cui vi trovate. è una situazione che può essere descritta
nel modo seguente: ciò che il vostro cuore vi dice è quotidianamente
contraddetto dai fatti di cui siete testimoni. Il cuore afferma ciò che
i fatti negano.
1/ Prima domanda: che cosa vi dice il vostro cuore? Non è facile
rispondere a questa domanda. è necessario avere orecchi capaci di ascoltare
la “voce del cuore”. La voce del cuore è la voce dell’umanità della
vostra persona; è ciò che l’umanità della vostra
persona desidera perché la vostra vita valga veramente la pena di essere
vissuta perché il vostro non sia solo un vivere, ma un vivere bene. è il
desiderio che la vostra persona sia sempre riconosciuta ed affermata nella
sua dignità di persona, e mai usata come una cosa. Vedete se in questo
momento siete in grado di ascoltare questa voce.
Vi ricordate la parabola del figlio prodigo? Il suo ritorno a casa è iniziato
quando, come dice il testo evangelico, rientrò in se stesso [cfr. Lc
15,17] e cominciò ad ascoltare il suo cuore, la voce del cuore che gli
diceva: “dove sei? quanti salariati …”.
Voi però siete qui questa sera non come individui solitari, ma state
vivendo un’esperienza di coppia anche se non ancora coniugata: l’esperienza
del fidanzamento.
Vi prego di andare per un momento colla vostra memoria al momento in cui avere
iniziato a vivere questa esperienza. Che cosa vi aspettavate? Che cosa sperate?
Quale è la vostra attesa? Non prendete queste domanda nel significato
banale e vacuo di “sogni sul futuro”, di romantici progetti circa
il vostro avvenire. è giunto il momento di ascoltare la “voce
del cuore”: che cosa dice il cuore ad un uomo quando incomincia adamare
veramente una donna, e reciprocamente una donna un uomo? Vi offro alcuni suggerimenti
fondamentali.
è un invito a guardare alla persona dell’altro, non a ciò che
essa ha, e nemmeno alle sue qualità come tali [la sua bellezza, la sua
bontà , la sua finezza spirituale…], ma alla persona come tale. è per
questo che per chi vive questa esperienza, la persona dell’altro è insostituibile; è davvero
unica.
è un invito a volere il bene dell’altro semplicemente perché desideriamo
che l’altro sia realizzato, che sia felice. è così forte
questa “voce del cuore” che «voler-bene» è diventato
sinonimo di amare. è quindi un invito ad uscire da se stessi, nel senso
di non orientare l’altro, di non strumentalizzare l’altro al proprio
io.
è un invito al dono di sé alla persona amata. Non solo di ciò che
abbiamo, ma del nostro stesso essere personale. Il riconoscimento della persona
dell’altro è di tale natura che il cuore invita a donare ad essa
nient’altro che la propria persona. E quindi dentro a questo movimento
di dedizione dimora il desiderio dell’unità fra le due persone.
Se voi avete ascoltato il vostro cuore, se in ciò che vi ho detto avete
riconosciuto la voce del nostro cuore, vi renderete conto che nel rapporto
di vero amore fra l’uomo e la donna dimora un desiderio di eternità .
Gli amanti mormorano la parola che esprime al massimo la nostra libertà : “per
sempre”. Il vero amore chiede di durare per sempre.
2/Seconda domanda: quali fatti negano ciò che il cuore vi dice? Non è difficile
rispondere a questa domanda, basta guardare con attenzione a ciò che
accade nella società in cui viviamo; solo qualche accenno.
La prima, macroscopica smentita di ciò che il cuore vi dice è costituita
dalla impressionante fragilità di ogni legame affettivo: quale malattia
ha colpito l’amore fra l’uomo e la donna da essere incapace di
creare forti legami, oppure da impedire che una volta creati non si spezzino?
L’uomo e la donna vivono episodi di amore, ma non una storia di amore.
Questa condizione ha trovato una giustificazione ideologica, supportata in
maniera sempre più invasiva dai grandi mezzi della comunicazione sociale.
Questa giustificazione ideologica costituisce la più insidiosa smentita
del vostro cuore. Mi limito a ricordarvene alcuni “dogmi” che sembrano
ormai indistruttibili.
– La misura della libertà è determinata dalla debolezza degli
impegni. Ogni legame troppo forte contraddice la libertà . Questa infatti è stata
progressivamente degradata a mera spontaneità .
– Non esiste un legame originario fra l’uomo e la donna, essendo ogni
uomo un individuo a sé stante che entra in rapporto con l’altro
solo mediante una contrattazione degli opposti interessi. Ed è una contrattazione
sempre sospesa al verificarsi di una condizione: la parità fra il dare
e l’avere.
Viviamo dentro una cultura ed una comunicazione sociale caratterizzata da
una martellante triplice negazione di ciò che il cuore vi testimonia: “massima liberalizzazione dei
comportamenti e dei costumi, compatibile e funzionale con una società tecnologica,
il cui funzionamento non ha più bisogno delle forme coercitive delle
società tradizionali: drastica privatizzazione delle esperienze
e delle forme affettive, che implica isolamento, marginalizzazione, abbandono
a se stesso del singolo (del giovane, in specie) nei confronti della sua vicenda
affettiva; spudorata spettacolarizzazione dei casi, che significa
realizzazione di quella ‘società trasparente’, in cui l’importante è esibire,
non capire, né aiutare, perché il centro dell’interesse
non è affatto la cosa in se stessa (cioè la vicenda dei soggetti
reali), bensì la gestione del consenso e del conformismo sociali” [F.
Bottuti, Etica degli affetti? In Annuario di etica 1 2004, pag. 38].
Ma esiste anche una sorta di negazione di ciò che il cuore vi dice,
che non è fuori di voi ma dentro di voi. Il vostro desiderio di costruire
una comunione di amore nella verità , nella giustizia, capace di generare, è insidiata
da una contro tendenza inscritta nella vostra persona che vi spinge verso l’altro/a
non visto/a nella sua persona unica ed irripetibile, ma come possibile oggetto
di godimento. Gesù parlava di questo quando diceva che guardare una
donna sposata con desiderio è già commettere adulterio. La voce
del cuore è insidiata da una degradazione dell’amore in concupiscenza:
non il bene dell’altro ma il proprio bene è ricercato in primo
luogo. La logica del dono è insidiata dalla logica del possesso.
3/Terza domanda: chi dei due ha ragione? è questa una domanda
che non potete porvi, alla quale non potete non rispondere. Almeno da parte
di chi non ha venduto la sua anima fino al punto da ascoltare solo la voce
della cultura e della società in cui vive. Perché non potete
evitare domanda e relativa risposta? Perché non potete non decidere
chi essere e come vivere. Poiché è l’amore la realizzazione
perfetta della vostra persona, non potete non decidere come amare. Chi essere – come
vivere – come amare: è una sola decisione alla fine.
La prima parola che Dio rivolse all’uomo decaduto fu questa: «Dove
sei?» [cfr. Gen 3,9]. Forse che il Signore non sapeva dove era l’uomo?
Non è questo il significato più profondo di questa domanda. L’uomo è qui
richiamato alla sua responsabilità : alla responsabilità circa
la sua vita. Così come questa sera siete chiamati alla responsabilità circa
il vostro amore. è del vostro amore che voi siete responsabili. Chi
evita questa responsabilità , chi si nasconde di fronte ad essa, rischia
di scivolare sempre più dentro la falsità . Ci si dicono cose,
o colle parole o coi gesti, che non sono vere. Ed è per questo che il
cammino che voi iniziate questa sera, ha il suo principio proprio da questa
domanda: «dove sei?». Cioè: che ne è del tuo amore?
Vi proponiamo questo cammino per aiutarvi ad ascoltare la voce del cuore;
a prendere coscienza che chi la nega vi conduce all’infelicità ;
a vivere nella piena verità il vostro amore; imparando ad essere liberi,
cioè imparando l’interiore disciplina del dono.
