Messa dell’Assunta nel Santuario di Boccadirio

Saliamo qui tutti carichi di preoccupazioni, di domande, di dubbi e scendiamo sollevati. Sì, sollevati, perché l’amore di Dio ci aiuta ad alzarci da noi stessi, ci rende migliori, ci rende grandi per davvero. Per questo andiamo in alto. “Io capisco questo desiderio di sole, di salire su, in alto, di andare a trovare Dio in vetta. Oh, come le opere di Dio sono grandi e meravigliose!”, esclamava Pier Giorgio Frassati.  In alto non per scappare ma per vivere bene a valle, nella vita ordinaria. Tra l’altro, Frassati credeva nell’amicizia tra i popoli, conseguenza naturale per chi amava scalare le montagne, per capire il poco della nostra vita, la bellezza del creato, la necessità di salutare e aiutare chi sopporta la stessa fatica e vediamo pellegrino come noi. Qui a Boccadirio troviamo Maria che, con la dolcezza di una Madre, ci ricorda che siamo figli, ci fa sentire il suo amore di madre, ci libera dall’individualismo che ci chiude e gonfia il nostro io. Lasciamoci amare da Lei e prendiamola nella casa del nostro cuore e delle nostre comunità, per sciogliere tante asprezze, per riscoprire che non siamo unici, perché, guardando come lei ama gli altri, capiremo come amarli e scopriremo che sono nostri fratelli. C’è un rapporto molto stretto tra l’essere figli, fratelli, e l’amore per la Madre e il suo verso di noi. La sua sola presenza ci ricorda che non siamo soli, che non abbiamo solo qualcosa in comune, che non siamo un gruppo di auto-aiuto, che non abbiamo dei follower e che non siamo noi follower, ma siamo figli e fratelli. Non confondiamo mai i due aspetti, altrimenti cadiamo nell’inganno di credere di avere tanti amici e di creare legami di vicinanza mentre, sempre più spesso, facciamo esperienza di tante forme di solitudine. Siamo vicini e connessi con tante persone eppure scopriamo che non sono legami veri e duraturi, ma effimeri e spesso illusori. Qui troviamo il legame più vero che è la fraternità. Possiamo essere suoi, invocarla, e poi non amare come Lei, aiutarla con i suoi figli e nostri fratelli? Possiamo trattarli da estranei o vivere la casa come fosse un albergo e noi degli ospiti e non dei figli? Cosa desidera qualsiasi madre: che i figli vadano d’accordo! E l’accordo inizia nel pensarsi insieme, nel liberarci da ciò che divide, che offende, che ferisce il fratello. Può accettare una madre che uno dei suoi figli alzi le mani contro il suo fratello? Non cercherà in tutti i modi di insegnare di nuovo ad essere fratelli tra loro  chiedendo di ascoltare Gesù, colui che si è fatto figlio e fratello? Perché, facendo sempre quello che Lui ci dirà, troviamo la nostra felicità, il vino buono che ci sorprenderà fino alla fine, perché capiremo sempre quanto è nuovo, quanto è il più buono, sorpresa di amore che solo la grazia, cioè l’amore preferenziale di Dio per ognuno di noi, ci dona. “Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio”, ci dice Sant’Agostino (Discorso 336). Cristo ci aiuta a sentirla, a non perderla, a dominare il nostro istinto, quello di Caino per intenderci, quello dell’orgoglio, dei confronti, del fare da soli, senza o contro gli altri. “Vogliamoci bene tra di noi! Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada verso la pace”. Ecco cosa impariamo qui aiutati dall’umile Maria, grande perché umile e perché si fa grande non con la supponenza, con l’orgoglio, con la considerazione di sé, ma riempiendosi di quella degli altri e del primo Altro che è Dio. Solo l’amore ricevuto rivela la nostra grandezza. Altrimenti finiamo intrattabili, contabili del nostro libro di dare e avere, quando nel bilancio dell’amore c’è solo una voce, quella del dare, perché solo questo è avere, lo contiene già! Dobbiamo lottare contro il drago, quello che “trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra”, che vuole divorare la vita, il drago che divora la vita degli innocenti. Seguiamo Maria donna della speranza, che permette la speranza affidandosi, non perché ha visto ma perché ascolta e mette in pratica. Così nasceremo anche noi come figli, resi tali dal Figlio che ci vuole fratelli e ci insegna semplicemente a volerci bene. Gesù nasce da Maria, scende nell’arca del suo grembo perché nasciamo al cielo. Maria non cerca la pace per sé, ma per tutti perché si pensa insieme. È una Madre la Chiesa. Guai a leggerla con le irritanti e pericolose divisioni del mondo! È una Madre che piange per tutti i suoi figli, perché sono tutti suoi e vuole per tutti il vino buono della festa di Cana. Davvero l’amicizia è via della pace. E se la viviamo in noi la doniamo agli altri. Nella soddisfazione del proprio egoismo, che in realtà ci rende bulimici perché alla ricerca di conferme continue, oppure anoressici, sospettosi verso tutti, troviamo solo gioie effimere che ci portano sempre alla sofferenza. La pace viene e si trova nell’amore disinteressato, donato e ricevuto, un amore che cresce quanto più si dona, ed in questo donarsi non vi è mai fine. Maria è Assunta in cielo perché anche noi, che siamo suoi figli, capiamo dove finisce la nostra vita al di là della fine, entriamo quindi nel presente perché abbiamo capito il nostro futuro e lo cerchiamo. Seminiamo amore, attenzione, benevolenza, sempre e comunque. E ricordiamoci che l’amore è nei piccoli gesti, non nelle grandi dichiarazioni! Beata Colei che ha creduto all’adempimento della Parola e ha creduto quando non vedeva nulla! Ha creduto. E poi ha visto. Non viceversa! È la prima beatitudine del Vangelo. È possibile. Iniziamo noi, mettiamola in pratica. Gesù viene verso di noi portando una pace che il mondo non può dare: ce la dona consegnandoci il suo amore, ce la affida perché la doniamo a tutti. Cos’è questa pace? “Non è una terapia psicologica, né l’effetto di qualche slogan efficace, né una tecnica di autocontrollo. La pace è Dio stesso, in noi”. È una presenza. In un mondo di guerra, di logica della forza, dove si pensa che si può sopravvivere uccidendo il prossimo, continuando, anzi perfezionando il terribile e inaccettabile mors tua vita mea, il mondo e ognuno di noi anela alla pace. Per trovare la pace vera dobbiamo desiderare che gli altri abbiano pace come noi, e dobbiamo essere pronti a sacrificare qualcosa della nostra pace e della nostra felicità affinché gli altri abbiano pace e possano essere felici. Maria, la Chiesa, come Madre, vuole la pace che o è di tutti o non è pace, e per questo ci ricorda di fare quello che Gesù ci ha detto e ci dirà sempre: amatevi gli uni gli altri. Amate tutti come siete stati tutti amati. E pace sia, ad iniziare dal mio cuore per donarla a tutti. La Vergine di Boccadirio ci protegga.

Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio
15/08/2025
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