Messa per la festa regionale della Madonna del Sacro Monte di Viggiano

Non smettiamo mai di scoprire Maria, di sentire la gioia di starle vicino e di averla vicino. Mi sento a casa. Ci sentiamo a casa e tanti figli di questa terra, genti lucane, trovano qui, con Lei, l’amore di una madre che unisce i cuori perché ci dona il centro di tutto, la nostra via, verità e vita. Maria unisce anche i tanti (quanti!) che sono andati lontano, anche nella mia diocesi di Bologna (e la distanza qualche volta morde, disorienta, perché l’amore cerca sempre la presenza e la distanza fa male!), e si sentono però uniti a questa celebrazione in una profonda sintonia di cuori. Maria ci fa sentire insieme, non isolati, come avviene con nostra madre. Il mondo fa credere, al contrario, che per essere se stessi dobbiamo essere noi il centro, mentre qui capiamo che troviamo noi stessi se siamo in relazione, dentro la famiglia di Dio. E dobbiamo sempre chiederci: ma io sono familiare con gli altri? Andiamo da Maria solo per chiedere – e Lei come una madre accoglie sempre con tanta tenerezza e profonda comprensione – o anche per dare? E quello che chiediamo per noi lo diamo noi al prossimo?

Maria oggi scende per stare con noi e per farci sentire la sua presenza nella vita quotidiana. Chi si umilia sarà innalzato! E anche chi si abbassa aiuta ad alzarsi! In questi mesi l’abbiamo cercata in alto, come fecero in maniera diversa i due santi che oggi sono canonizzati, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, testimoni della forza di Dio che con il suo amore li ha resi capaci di affrontare e vincere le avversità della vita. La loro luce aiuti tutti noi a vedere sempre la luce dell’amore e a donarla, specie a chi è povero e nella sofferenza. Mi ha colpito che la Sacra immagine venne salvata nella distruzione della città, Grumentum. Proteggiamo sempre la nostra Madre e amiamo la Chiesa, servendola, aiutando l’unità dei tanti figli, mai offendendola con parole e gesti che dividono. Intorno a Lei si ricostruisce la città degli uomini. Maria ci aiuta a vedere il prossimo non da estranei o in maniera ideologica, per cui pensiamo di difendere le idee disprezzando le persone, ma da figli e quindi fratelli tutti, consapevoli che la casa è unica e la abitiamo non da ospiti o da dipendenti, non alla ricerca di star bene noi senza o contro gli altri, ma insieme, perché solo insieme c’è speranza. Impareremo mai a pensarci una cosa sola? Sapremo riconoscere nostro fratello mentre pensiamo invece sia un nemico o un estraneo? La Madonna Nera ci dona speranza, ci incoraggia a costruire, a non cedere allo scoraggiamento, ad aiutare i problemi di chi è più fragile, a tessere fraternità, cioè amicizia, in un mondo di tanta solitudine. “Ho l’arpa al collo, son viggianese, tutta la terra è il mio paese”, scrisse il poeta a proposito dei musicanti viggianesi.Vi aiuta a pensarvi insieme ma non chiusi e indifferenti al mondo e a trattare tutti con la familiarità di un unico paese! La casa è una sola e per tutti. La Sacra immagine nessuno la può portare da solo! Quando ci presentiamo davanti a Lei presentiamo tante richieste, Le apriamo il cuore, si sciolgono le lacrime e si intenerisce tanta durezza, perché sentiamo il suo amore e non ci vergogniamo di quanto abbiamo bisogno di consolazione. Quante lacrime ha fatto sue! Il suo sguardo fa vedere lo spiraglio di luce che ci fa sentire infinitamente amati da Dio. Portiamo noi questa luce dove c’è tanto terribile buio di sofferenza e solitudine, nel profondo dei cuori che sono caduti nella disperazione, nelle ferite profonde dell’anima. Se incrociamo i suoi occhi, però, vediamo anche i suoi dolori. Maria soffre per i tanti figli che non sono più, ad iniziare dai bambini per i quali, come ogni madre, sente un dolore insopportabile! Oggi pensiamo alle vittime delle guerre, sempre inutili stragi da ripudiare tutte perché la guerra è una parola che andrebbe abolita non ripristinata! Le vittime chiedono a tutti di disarmare le parole e le mani, di disinquinare, a partire da noi stessi, il mondo dall’odio, da ogni violenza, dall’esibizione e dall’uso della propria forza che distrugge o provoca, di conseguenza, la ricerca di altra analoga o maggior forza. Disarmiamo i nostri cuori per disarmare il mondo. La pace inizia da noi. Quanto veleno di cattiveria, di vendetta, di ignoranza aggressiva, di pregiudizi, di rabbia che a volte diventa ossessione, di non saperci più parlare insomma amichevolmente come avvenne ai fratelli di Giuseppe! È pericoloso! L’odio non è mai inerte! Quando non ascoltiamo Dio finiamo, come Caino, per assecondare l’istinto che distrugge il fratello, ma anche la nostra stessa vita che non esiste senza di lui. Caino pensava di usare la forza, ma la guerra distrugge tutti anche chi crede di usarla. Solo insieme a Giuseppe, che pensavano un nemico, si può affrontare la carestia! Vorrei che da Viggiano salisse una grande invocazione di pace: fermatevi! Dobbiamo credere nella giustizia e non nelle armi, nel dialogo e non nella forza che tutto distrugge, anche l’umana pietà. Da questa preghiera insieme a Maria, Regina della pace, nascano tanti segni di solidarietà e un’alleanza consapevole e determinata per la pace.

Maria è beata perché crede nell’adempimento della Parola. Ascolta e si affida al Signore, cioè fa suo quello che l’angelo le aveva detto. È quello che Maria ci insegna a fare e che serve a noi, per trovare quello che cerchiamo! Siamo noi che restiamo senza vino e sperimentiamo come la festa della vita finisca. Maria come ogni madre vuole che la vita dei figli sia nella gioia e per questo chiede ai servi quello che Lei per prima ha vissuto: “Fate tutto quello che vi dirà”. Fate, perché la Parola non è un invito generico, ma un seme, che solo se lo accogliamo nella terra del cuore e solo se lo gettiamo nella terra delle persone amandole e parlando di Gesù con la nostra vita può dare frutto. Maria è felice se noi siamo beati! La gioia è possibile sempre e, può apparire strano, essere felici dipende da noi! Non dipende da condizioni esterne. Solo da me! Lo crediamo poco, fatalisti, sospettosi, rinunciatari come siamo. Dipende da me se ascolto e mi affido, metto in pratica, se voglio bene anche se ho poco, se pieni di speranza non ci arrendiamo ai primi problemi, se smettiamo di lamentarci, di fare le vittime, se smettiamo di voler vedere prima i frutti per credere. Ecco questa è la risposta alla domanda così umana che abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza: “Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?”. Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? Ce lo spiega Gesù che ci mostra, con il Suo amore, la volontà di Dio: che la Sua gioia sia in noi e che la nostra gioia sia piena. Noi ripetiamo spesso distrattamente nel Padre Nostro: sia fatta la tua volontà! Vuol dire anch’io faccio la tua volontà. Il Signore non chiede scelte impossibili: chiede amore. Il Vangelo sembra sconcertante, selettivo, impone qualcosa che – vi ricordate? – quel giovane ricco non poteva proprio accettare. Se non amiamo di più Lui finiamo per seguire noi stessi e, in realtà, finiamo per amare solo se ci conviene. Chi ama più di tutto il Signore ama di più, come Maria, anche gli altri e anche se stesso! Chi ama Gesù più di qualunque cosa amerà di più anche suo padre e sua madre. Chi lascia qualcosa trova cento volte tanto, perché scopre ciò è la chiave dell’amore e della vita: amare non è possedere ma donare, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Quando lasciamo le ricchezze in realtà significa che diventiamo ricchi di tutto, non che non abbiamo niente! Se serviamo gli altri capiamo a che cosa serviamo noi! Stiamo bene non quando non abbiamo problemi, ma quando amiamo; non quando viviamo per noi stessi, ma quando viviamo per qualcuno più di noi stessi, perché lo amiamo! Chi ama prima Dio ama tutti. Gesù non vuole tanto, vuole tutto. Il Vangelo non chiede l’impossibile. Chiede il cuore! È ovvio: è una questione di amore, il suo e il nostro. L’amore richiede anche sacrificio ma se amiamo lo facciamo volentieri, come una madre che non teme di dare la vita per il proprio figlio pur di salvarlo. Chi ha perso un figlio lo sa: “avrei dato la vita per lui o per lei!”. Maria ci fa trovare con dolcezza l’amore che nessuno può rubare, l’amicizia che non ci lascia mai, che ci accompagna sempre, che ci fa vivere con un’anima, che ci dono il cento volte tanto e ci libera dall’insaziabile amore per noi stessi. Ringraziamo perché siamo qui e perché Lei come Giovanni si lascia prendere nella casa del nostro cuore.

Perché “la Regina/n’ci voglio star vicino/che gioia che sarà!/ Quanta  mi sembri’ bella/cu st’uocchi e sigguardà/ si Madre e Verginella/tutta chiena ri santità./Ra tutta la Lucania ci vengono i pellegrini/a salutar Maria/che grazie a tutti fa. Maronna mò mi parto/non so che ti lascià/ti lascio l’Ave Maria/statti bona Maronna mia!”.

Santuario di Viggiano (Potenza)
07/09/2025
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