Novena in tempo di epidemia – Nono giorno

Bologna, cattedrale

Al termine di questa Novena di intercessione per la fine dell’Epidemia ringraziamo la Vergine di San Luca perché abbiamo goduto in questi giorni della sua compagnia di madre. Ella ci ha fatto ritrovare insieme anche se purtroppo divisi e come una madre ci siamo ritrovati volentieri intorno a Lei perché così ci ritroviamo istintivamente come fratelli. Anche per questo non dobbiamo mai offendere o indebolire la nostra madre, perché noi siamo peccatori ma lei è Santa.

Quando ci ritroviamo con lei svaniscono le acredini e i protagonismi e capiamo come siamo suoi. Vicini alla madre vediamo la sua sofferenza per i suoi figli turbati dal male. Lei è l’Addolorata, segnata dalla spada che le trapassa l’anima, come quella straordinariamente raffigurata nel compianto di Niccolo dell’Arca a Santa Maria della Vita, che piange i suoi figli che non sono più, che sono morti a causa del virus.

Ecco, stare con lei ci ha aiutato a sentire tutta la sofferenza loro come la nostra. Domani solamente con i vicari generali e il segretario generale ma portando con noi tutta la Diocesi, le nostre Comunità e tutta la città degli uomini, saliremo assieme al Santuario di San Luca, porta del cielo, custodendo i nomi di tutte le persone che sono morte in questi giorni per deporli davanti a Maria perché siano scritti nel libro della vita. Chiederemo che le lacrime dei loro familiari siano asciugate dal Signore che “conta i passi del nostro vagare” e che le nostre lacrime nel suo “otre raccoglie” (Ps 55,9). Pregheremo davanti alla sacra immagine perché la vita di tutti sia protetta. Saremo soli ma collegati spiritualmente con tutta la Chiesa di Bologna e con quanti, da luoghi diversi, si sono uniti in questi giorni alla nostra preghiera.
E dopo? Continueremo ad accordarci per pregare. Ci collegheremo sempre a questa ora per la recita del Santo Rosario. Fino a quando? Finché il virus non sia sconfitto. Ritrovarci a pregare assieme è stata una consolazione grande e anche, come volevamo, un rito che ha scandito la nostra giornata, che ci ha fatto sentire meno soli, che ci ha insegnato a unire le mani, che ci ha fatto ritrovare assieme. In questi giorni ci sentiamo tanto frastornati per l’indispensabile isolamento e per le tante abitudini cambiate improvvisamente. Vogliamo essere perseveranti.

La preghiera non chiede un rapido e grande gesto risolutivi, ma l’umile ritrovarsi intorno all’umile Maria, sentirci figli, per intercedere con l’insistenza dei poveri assieme per la guarigione e la vittoria sul male. “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
In questi giorni dobbiamo isolarci, ma non per farci gli affari nostri ma per farci gli affari di tutti, per proteggere noi e gli altri! Ma se dobbiamo isolarci con il corpo, ci uniamo ancora di più con lo spirito e capiamo quanto è bello condividere. Questa un’unione, compreso questo nostro appuntamento delle 19, è già la vittoria sul male che ci vuole divisi. “Sicuri da ogni turbamento”, chiediamo ogni giorno nella Santa Liturgia. Il male turba, ci confonde, a volte ci sembra di non riconoscerci più e di non ritrovare gli altri. Gesù è la nostra sicurezza, perché nulla ci può separare da lui. «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Gv 14,1)

16/03/2020
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