“Celebrare questo incontro con i bolognesi, conoscere più da vicino la Madonna di San Luca, trovare qui tutta questa fede è un tesoro da custodire, dà speranza”, ci disse due anni fa, proprio davanti alla Sacra Immagine, Mons. Prevost, oggi Papa Leone XIV. Aveva raccontato di essere venuto a Bologna solo qualche volta in passato, soprattutto per visitare i suoi confratelli Agostiniani a San Giacomo Maggiore, “dove ancora lavorano tanto bene” disse, e le monache agostiniane nella parrocchia di Santa Rita. Rimase molto impressionato di trovare anche in Italia la bellezza della fede e della devozione verso la Madonna. Ricordò come la Chiesa è una madre che, con la passione della madre come Santa Monica con quel suo figlio Agostino un po’ difficile e inquieto, aiuta con l’insistenza dell’amore a scoprire quello che cerchiamo e di cui abbiamo bisogno. “Eri con me, e non ero con te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace”, scrisse Sant’Agostino.
Ringrazio Mons. Ghizzoni che con tanta disponibilità presiede questa Eucarestia all’inizio di questi giorni. La Madonna di San Luca ci aiuta ad alzare lo sguardo da noi stessi, dal vittimismo che ci rende fragili e inconsapevoli della possibilità che abbiamo. La speranza, quella vera, affronta il male. Lei resta sotto la croce quando tutto sembra perduto. Ha speranza perché crede nell’adempimento, non perché vede i risultati. Sa che ci saranno, che il seme darà il frutto anche quando non vedo nulla. Non ha chiaro tutto e non conosce tutte le risposte. Ha chiaro, però, che la promessa di Dio non delude e che l’amore è la sua e la nostra risposta che dà senso e pienezza alla nostra vita. Speranza nelle tante terribili e inaccettabili sofferenze, come quelle che insanguinano l’Ucraina o la Striscia di Gaza. “L’immagine che voi venerate qui a Bologna e per la quale avete tanta devozione si richiama proprio a questo amore duplice. Da una parte il Bambino che ci indica il volto della Madre e dall’altra la Madre che ci indica e dona il figlio suo. Il miracolo più grande che Maria fa, e può fare nella nostra vita, è quello di non farci mai perdere la via della nostra salvezza che è il figlio suo Gesù. Adorate il Signore Cristo nei vostri cuori, così essere testimoni di questa presenza con dolcezza e rispetto. E chi più della Vergine Maria può insegnarci questa dolcezza? Se contempliamo la Sua immagine, non solo artistica ma soprattutto quella che emerge dal Vangelo, attraverso il Suo silenzio e la Sua obbedienza possiamo portare frutti per noi e per gli altri”.
È la nostra speranza.
