1.«Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita
perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua». Carissimi
fratelli e sorelle con queste parole viene narrato l’avvenimento di cui
oggi facciamo memoria, nella sua eterna e verificabile caratterizzazione. «Coloro
che parlano non sono forse tutti galilei» si dicono i testimoni «e
com’è che li sentiamo ciascuno parlare nella nostra lingua nativa?». è accaduto
in un luogo, a Gerusalemme, in un certo tempo, che molti uomini, pur appartenendo
a nazioni e lingue diverse, pur continuando ciascuno a parlare la propria lingua
e dunque ad appartenere alla propria nazione, comunicassero fra loro.
Come è stato possibile questo superamento della divisione e della conseguente
incomunicabilità ? Perché è stata vinta l’estraneità dell’uomo
dall’uomo? La risposta nella prima lettura è data nel modo seguente: «venne
all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo,
e riempì tutta la sala dove si trovavano … ed essi furono tutti
pieni di Spirito Santo». Più sobriamente S. Paolo nella seconda
lettura: «in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo
Spirito Santo per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi». è in
queste risposte che scopriamo il mistero che stiamo oggi celebrando.
Dentro all’umanità divisa in base alle diverse nazionalità e
culture in corpi sociali non raramente contrapposti [«giudei i greci»];
dentro all’umanità divisa a causa della diversa condizione giuridica
sociale [«schiavi o liberi»], ha fatto irruzione un fattore soprannaturale
creativo di un’unità così profonda da meritare la definizione
di un «solo corpo». Non si tratta del risultato di una potenza
umana sovranazionale che ha creato un solo corpus politico, una sola res
publica. Non si tratta della coesistenza prodotta da trattati internazionali
frutto di saggezza diplomatica. Si tratta della potenza del Signore risorto
che inviando negli uomini il suo Spirito, crea fra di loro una unità vera
nella diversità e nella solidarietà : «come infatti il corpo,
pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra pur essendo molte, sono
un corpo solo, così anche Cristo». Cristo, pur essendo uno, ha
molte membra: gli uomini che credono in Lui ed in Lui sono stati battezzati;
tutte le membra di Cristo, cioè noi, pur essendo molte, sono un solo
Cristo.
Oggi dentro all’umanità disgregata e divisa è stata creata
ed è creata una nuova grandezza unitaria capace di integrare tutte le
diversità , promuovendole in quanto fattori di reciproca ricchezza e
depotenziandole quali fattori di disunione e contrapposizioni. Questa nuova
realtà è la Chiesa, la quale «Ã¨ in Cristo come sacramento,
cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di
tutto il genere umano» [Cost. dogm. Lumen gentium 1,1; EV1/284].
L’enigma della storia umana oggi trova la sua soluzione. Essa ha nella
Chiesa la risposta a quella corrente profonda che l’attraversa interamente
verso una vera unità fra le persone, a quella nostalgia di vera comunione
interpersonale che agita il cuore umano fatto per amare e non per odiare. Unità nella
diversità e nella solidarietà , vera comunione nell’affermazione
dell’identità propria di ciascuno, che può accadere solo
là dove l’uomo non si sottrae all’influsso del Signore risorto,
non rifiuta il dono dello Spirito. Si, perché l’unità fra
gli uomini e le nazioni non può essere instaurata dai processi attuali
di globalizzazione. La società umana ha dimensioni più profonde.
Oggi, Dio attua il suo “modello di globalizzazione”, la vera unità .
Il controcanto divino alla globalizzazione umana ha un nome: la Chiesa.
2.Carissimi ragazzi, voi oggi ricevete il dono dello Spirito Santo che confermerà quanto
avete già ricevuto nel battesimo: l’essere divenuti membri di
Cristo nella Chiesa.
Il vostro futuro, ben più che non lo fosse per noi, dovrà far
fronte alla sfida della diversità . Già da ora forse nella
vostra scuola siete già confrontati con amici di altra cultura, nazione
e religione. Voi oggi ricevete la forza giusta per rispondere con verità a
questa sfida. Non rinunciate mai alla vostra identità per create unità :
creereste solo uniformità povera e monotona. Non rinunciate mai all’affermazione
del valore della diversità per salvaguardare la vostra identità .
è come vedete una grande sfida che vi aspetta. Se rimanete nella Chiesa,
sarete sotto l’influsso di Cristo; se non contristerete lo Spirito che
oggi ricevete, diventerete creatori di una vera civiltà dell’amore.
