Meditazione al Rosario del 25 marzo 2020

Bologna, Cattedrale

“Ave, Ti saluto Maria”. Oggi nel giorno in cui ricordiamo l’Annunciazione ripeteremo insistentemente queste parole che, insieme alla volontà di Maria che accoglie l’annuncio e fa sua la volontà di Dio, permettono che “il primogenito dell’umanità nuova” nascesse per “compiere le promesse di Israele e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti”, come recita il prefazio.

In queste sere, a volte piene di speranza, altre più cupe, segnate dalla fatica dei giorni e dal turbamento di questa tempesta che si è abbattuta su tutti noi, sentiamo la grande consolazione di essere insieme a quella “Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio”.

Non dimentichiamo che ognuno di noi è affidato a lei e lei a noi. Siamo suoi e come con una madre, di cui tutti abbiamo bisogno non solo per nascere ma per vivere, scopriamo la gioia di essere figli. Lei dona Gesù perché dice di sì per prima al primo Vangelo, che sconvolge di amore la sua vita.

E’ una storia di amore, come quella di una madre con un figlio. Il Vangelo è sempre l’Amore che diventa presenza, incontro, storia, realizzazione piena della volontà di Dio e di quella degli uomini, di quel desiderio di vita che è nel profondo di ogni persona. Dio entra nella nostra povera storia, come capiamo o in questi giorni, e mostra quanto è preziosa la nostra vita e la nostra povera vicenda umana, così fragile e segnata dal limite. Maria è amata e non ha paura di questo.

“Il Signore è con te” significa che Lui diventa tuo e Tu sua. Ecco, anche noi apriamo le porte del nostro cuore perché il Signore è lì, bussa e se gli apriamo egli si siederà a tavola con noi, nella nostra interiorità. Un frutto di questi giorni è certamente che possiamo essere meno esteriori, meno condizionati dalle apparenze e come Maria aprire il nostro cuore profondo all’amore di Dio, a quello che Lui ci dice, a quello che si aspetta da noi, proprio da ognuno di noi, oggi.

Perché l’Angelo continua a parlare e a chiamarci a compiere la sua volontà e a trovare la nostra, facendoci sentire amati da Lui. Solo dicendo sì può nascere qualcosa e avere “il fine di tutti i nostri desideri, contemplato senza fine, amato senza fastidio, lodato senza stanchezza”, come dice Sant’Agostino. 

Nella nostra Cattedrale contempliamo in alto la raffigurazione dell’Annunciazione, l’inizio della vita di Cristo, perché la vita inizia dal suo concepimento. Sotto la bellissima raffigurazione della Croce, la fine della vita del Figlio, come di ogni uomo. E poi sull’altare è la presenza del risorto nella mensa della sua Parola e del suo Corpo, che continua nell’assemblea dei fratelli ai quali si dona. La Chiesa continua a generare la presenza di Cristo per i figli che le sono affidati e che la prendono con sé. 

“Come Maria accolse con fede l’annunzio dell’angelo, – donaci, o Padre, di accogliere con gioia la parola del nostro Salvatore. Tu che hai guardato l’umiltà della tua serva, – abbi pietà di noi e di tutti gli uomini del nostro tempo. Come Maria, nuova Eva, aderì pienamente alla tua parola, – fa’ che accettiamo con amore la tua volontà”. 

“L’Ave del messo celeste reca l’annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, dona al mondo la pace.  Mostrati Madre per tutti, offri la nostra preghiera, Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo. Amen”.

25/03/2020
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