Solennità di S. Michele Arcangelo
Festa Nazionale della Polizia di Stato

1. Varie volte la S. Scrittura parla del vostro santo Patrono. Ma forse la pagina al contempo più misteriosa e più suggestiva l’abbiamo ascoltata nella prima lettura.

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago». La S. Scrittura non ci è donata per soddisfare la nostra curiosità. Che cosa la Parola di Dio vuole dirci, narrandoci un fatto che non è accaduto sulla terra ma in cielo, e prima ancora della fondazione del mondo? Che nella storia umana avviene uno scontro, a volte più palese ed altre volte più nascosto, fra una forza oscura «che seduce tutta la terra» e la forza di chi testimonia fino al martirio. Sappiamo che cosa significa «seduzione»: significa inganno, uso astuto della ragione non in ordine alla conoscenza della verità ma al potere. Sappiamo che cosa significa «martirio»: significa semplicemente pensare e dire la verità anche quando ciò comporta la morte.

La parola di Dio oggi ci fa vedere pertanto la storia umana in una luce nuova. Essa, la storia umana, è al fondo lo scontro fra la seduzione dell’errore e la testimonianza della verità. Purtroppo non siamo più abituati a questa lettura degli avvenimenti umani.

Non solo, ma la parola di Dio ci aiuta a capire meglio le due forze in campo, quella governata dal «grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana», e quella governata da Michele ed i suoi angeli.

La seduzione consiste nel convincere l’uomo a vivere in assoluta autonomia, negando che esista un ordine morale che non sia lui a costituire. La seduzione consiste nel convincere l’uomo a sradicare la sua libertà dal riconoscimento di una verità circa il bene, che non è il mero prodotto del consenso sociale.

Questa seduzione non è un fatto puramente soggettivo, che accade cioè solo nell’intimo della singola persona. E anche un fatto oggettivo, che prende corpo cioè in una organizzazione della società. Pensate alla seduzione esercitata su milioni di uomini dal sistema nazista e dal sistema comunista: quali devastazioni ha causato!

L’altra forza è descritta nel modo seguente: «Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire».

Miei cari fratelli e sorelle, la Parola di Dio non è un anestetico datoci perché non sentiamo più i dolori della nostra condizione personale e sociale. Essa infatti ci avverte che “il diavolo è precipitato sopra di noi” «pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

Nel cielo fu Michele coi suoi angeli a vincere la seduzione di Satana. Sulla terra sono i martiri che vincono, poiché essi combattono «per mezzo del sangue dell’Agnello».

Nel martirio dei suoi discepoli si continua la testimonianza di Cristo. è una sola testimonianza; è un solo martirio; è un solo sacrificio. Quando il discepolo spezzasse questa continuità, quando la sua testimonianza non fosse più quella di Cristo, anche il discepolo o prima o poi viene vinto e sedotto.

Perché la testimonianza di Cristo nel suo discepolo ha sempre il carattere di martirio? Perché inevitabilmente essa si scontra colla “mentalità di questo secolo” [cfr. Rom 12,1-2]. Chi volesse evitare una tale condizione dovrebbe o sottoscrivere compromessi o ritirarsi in una interiorità illusoria. In ambedue i casi, la continuità fra la testimonianza di Gesù e quella del discepolo sarebbe interrotta.

2. La Chiesa, quando vi ha dato come Patrono S. Michele, ha fatto una scelta intelligente: ha visto che il vostro Corpo e la sua funzione si inserisce quotidianamente dentro un grande contesto.

Anche voi volete che la vita umana associata non sia dominata da forze disgregatrici, ma si svolga nell’ordine e nella pace. Vi opponete col vostro lavoro quotidiano a chi è stato sedotto dall’idea di una libertà che nega il riconoscimento dei diritti dell’altro; a chi è stato sedotto dall’idea che paghi di più la legge della forza che la forza della legge. In una parola: vi opponete a chi nega alla radice il modo giusto di convivere.

In questo sta la grandezza del vostro servizio e la dignità della divisa che portate: difendere la giustizia propria dell’ordine pubblico.

Abbiate sempre viva nella vostra coscienza la percezione di questo grande valore. Considerate sempre vostro onore difendere chi è più debole; vostra grandezza servire il bene comune; vostra ricchezza la testimonianza di una buona coscienza.

29/09/2008
condividi su