«Abbiamo tutti tanto bisogno di alzare gli occhi al cielo per camminare sulla terra».
Comincia così l’omelia dell’arcivescovo pronunciata domenica 15 agosto, nella solennità dell’Assunta, nel parco del Seminario a conclusione del «Ferragosto a Villa Revedin». Il tradizionale appuntamento agostano, giunto alla 67a edizione, ha visto anche quest’anno mostre e incontri che hanno ricordato anniversari importati. Quest’anno al centro della riflessione: don Giovanni Fornasini, futuro beato, Dante e Caravaggio. Venerdì 13 agosto l’inaugurazione della Festa e delle mostre sempre con l’arcivescovo.
«Per orientarsi sulla terra – ha proseguito l’arcivescovo nell’omelia del 15 agosto – bisogna sempre riferirsi all’alto! In effetti gli uomini vivono bene sulla terra proprio quando trovano il cielo, si lasciano guidare perché la vita esprime e chiede sempre qualcosa di più grande, “bello”, definitivo. Per camminare dobbiamo scrutare la vertiginosa grandezza del cielo, perché il cielo ci ricorda il limite evidente della nostra vita, limite che a volte ci schiaccia, e ci sentiamo da esso umiliati. Però il cielo contiene anche il futuro, il mondo oltre il limite del nostro mondo che è la morte, frontiera con cui ci misuriamo continuamente».
Qui il testo completo dell’omelia.