Il ricordo

Zuppi: la gratitudine della Chiesa di Bologna per Paolo Mengoli

I funerali sono stati celebrati martedì 11 marzo nella chiesa di Santa Maria del Suffragio

Le parole dell’Arcivescovo per la scomparsa di Paolo Mengoli.

Venerdì 7 marzo si è spento a 84 anni Paolo Mengoli, direttore della Caritas diocesana dal 2005 al 2013 e per molti anni impegnato nel volontariato sociale cattolico a favore dei più deboli e fragili prestando il suo servizio anche nella Confraternita della Misericordia, nel Segretariato Sociale Giorgio La Pira e in tante associazioni e realtà di assistenza e volontariato. Nel 2013, Papa Francesco, su sollecitazione dell’arcivescovo Carlo Caffarra, gli aveva conferito il titolo di Cavaliere di San Silvestro Papa. I funerali sono stati celebrati martedì 11 marzo nella chiesa di Santa Maria del Suffragio presieduti dal figlio padre Giovanni, religioso dehoniano. Lascia la moglie Laura Baietti, tre figli, padre Giovanni (dehoniano), Angelo, Gabriele e 7 nipoti.

«Mi unisco al rendimento di grazie per Paoloha scritto l’Arcivescovo in un messaggio inviato da Roma dove era impegnato nei lavori della Cei e letto all’inizio della Messa da don Matteo Prosperini, direttore della Caritas diocesana –  e abbraccio con affetto la sua famiglia nelle varie generazioni a cominciare dalla moglie e dai figli, ai nipoti amati e orgogliosi di un nonno così speciale. Poche parole, perché penso che Paolo non gradisce. Non sono solo mie: sono le parole della Chiesa di Bologna, dei miei predecessori che hanno avuto in Paolo un collaboratore fedele e generoso. La parola è una sola: grazie. Grazie a Dio per il dono della sua vita, della sua passione per il Vangelo che lo portava con chiarezza e senza ambiguità ad affrontare tutto quello che ne era contrario, ad iniziare dal non rispettare il diritto dei poveri, fratelli più piccoli di Gesù, ad avere il nostro amore. Diritto e non altro. Grazie a Paolo, che ha donato tutto fino alla fine, nutrito dalla preghiera, amore forte, diretto, sempre appassionato. Preghiera e servizio sono intimamente legati. Non si era certo mai fatto blandire dal potere e non aveva attenuato la sua intransigenza. Aveva il timore piuttosto di stare con le mani in mano o di non sporcarsele. Con Lazzaro povero in terra tu possa godere il riposo nel cielo. Sì, quel Lazzaro che hai amato e fatto amare, che hai rispettato e hai fatto rispettare, che hai trattato con il riguardo e la preoccupazione come fosse un altro tuo figlio. Tu possa godere il riposo eterno del cielo».  

«Assieme alla mamma, Angelo e Gabriele, ti siamo profondamente grati – ha detto il figlio padre Giovanni nell’omelia del funerale –  perché se mai abbiamo capito qualcosina di quello che è l’Amore di Dio per l’umanità, è stato anche attraverso la tua testimonianza di vita: generosa con tutti, sobria e piena di premure, fedele alla Chiesa e agli uomini, sempre a partire dai poveri. Le parole di san Paolo che abbiamo letto (inno alla Carità) descrivono in maniera straordinaria il volto del Dio che Gesù Cristo ci ha rivelato, e in cui hai creduto e sperato. Come uomini, riconosciamo che è difficile tenere insieme tutte le qualità della Carità divina che sono descritte. Però mi sento di dire che in alcuni tratti sei stato molto capace, come in altri ti è riuscito un po’ meno. Se per esempio, dove si dice che la Carità “non si adira”, potevi fare meglio; là dove è scritto che la Carità “non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità”, hai provato a manifestarlo senza paura, specialmente a favore di una giustizia sociale, inclusiva per tutti, additando le istituzioni preposte, a partire dalla comunità cristiana, a vivere le proprie responsabilità. Ti chiediamo di accompagnarci ancora con l’intercessione presso il Padre per le grandi situazioni che affliggono l’umanità, per la vita della Chiesa, fino a ricordarti di tutti noi che restiamo qua: della mamma, di noi figli, delle nuore e dei cari nipoti, dei tuoi amici e dei poveri a cui hai voluto bene. Siamo grati a Dio di aver condiviso con te un pezzo grande o piccolo della tua vita, nell’attesa di  riabbracciarci al compimento della vita di ciascuno».

 

Al termine del funerale è stato letto uno scritto di Paolo Mengoli dal titolo «L’ultimo invito».

Il tempo che ci è dato per vivere non è molto, i più non superano i 90 anni. Mi piacerebbe essere ricordato come uno che non ha perso il suo tempo e ha utilizzato i talenti che ha ricevuto. Mi verrebbe da dire che non è tempo di concioni e di trombonate, è tempo di fare ciò che non si è fatto bene o non si è fatto addirittura. Sono molte le questioni che mi stanno a cuore e che mi hanno coinvolto fino a soffrirne. Se il Comune di Bologna mi vuole ricordare, aumenti il numero delle fontanelle pubbliche dove si può bere a gratis senza dover andare al bar, moltiplichi il numero delle panchine dove sostare durante il giorno senza dover per forza consumare un caffè, attivi nuovi bagni pubblici a basso prezzo dove lavarsi decorosamente, mantenga puliti e soprattutto ordinati e sicuri i vari dormitori per persone senza casa, promuova una mensa pubblica, effettui controlli di merito sulla gestione dei servizi sociali appaltati alle cooperative private. Se il Volontariato sociale mi vuole ricordare, non si limiti a distribuire minestre o cioccolate calde, a raccogliere vestiti per i senzatetto, a fare i mercatini per tirar su qualche spicciolo o a sostituirsi all’Asl nella cura degli esclusi dal Servizio Sanitario. Il Volontariato interagisca in forma dialettica con il potere politico e chieda a gran forza una revisione della politica sociale, a partire dalla gestione dell’Azienda Servizi alla Persona. Se la Chiesa di Bologna mi vuole ricordare, rilegga e metta in pratica in tutti i suoi aspetti lo Statuto della Caritas diocesana, promulgato dal Cardinale Biffi e confermato da tutti i suoi Successori. Se le Fondazioni bancarie che mi hanno conosciuto, vogliono ricordarmi, destinino più fondi a interventi che favoriscono la promozione e la tutela degli ultimi. Il tempo a mia disposizione è concluso. Vorrei avere ancora la forza dei miei 30 anni quando, assieme a tanti amici che ora non ci sono più, abbiamo aperto una strada che aveva come traguardo il rispetto della dignità dell’uomo più malconcio e disgraziato, perché in lui vedevamo un figlio di Dio redento dal sangue di Cristo. A chi rimane è dato il compito – se vorrà – di proseguire su questa strada o intraprendere strade migliori.

Bologna: Dies Natalis

Paolo Mengoli

 

«La Chiesa di Bologna esprime una grande gratitudine per Paolo Mengoli, per quello che ha rappresentato, per la responsabilità che ha avuto, per la sensibilità con cui ha ricordato a tutti la centralità dell’amore per i poveri, di come non si può amare Dio senza amare i poveri. Il povero Lazzaro, povero in terra, è colui che dobbiamo incontrare qui per essere accolti da lui in paradiso». Lo aveva detto l’Arcivescovo a margine della Veglia di preghiera per la pace in Congo, in Africa e in tutto il mondo, che ha presieduto venerdì 7 marzo nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, appena appresa la notizia della morte di Paolo Mengoli.

«È stato un uomo fermo, diretto, generoso – ha aggiunto l’Arcivescovo – che ha vissuto con tanto impegno con la Caritas e con tanto impegno dialettico, sempre ricordando a tutti la centralità dei poveri. Lo ricordo sia nella Fondazione che nell’Asp: aveva sempre una presenza puntuale e competente. Un uomo di preghiera legato alla memoria di San Vincenzo de’ Paoli, alla San Vincenzo de Paoli, a Padre Marella, alla Confraternita, insomma a tanti aspetti dell’amore della Chiesa per i poveri. Il nostro è anche un “Magnificat” per lui ed esprimiamo la nostra vicinanza a tutta la sua famiglia che ha condiviso con Paolo tanto amore per la Chiesa. Lo affidiamo a quel povero Lazzaro che ha incontrato e che ha insegnato a tanti ad amare qui in terra».

Anche monsignor Giovanni Silvagni, Vicario generale per l’Amministrazione, ricorda il suo impegno nel campo sociale, ecclesiale e politico come operatore di carità e la sua azione verso i più poveri, fragili e deboli.

Paolo Mengoli, nato il 29 marzo 1940 si è spento venerdì 7 marzo all’età di 84 anni. Deputato della Democrazia Cristiana dal 1992 al 1994, Consigliere comunale di Bologna dal 1990 al 1999 ha fatto anche parte del consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.  Nel 1967 si laurea in Scienze matematiche all’Università di Bologna e lavora successivamente al Cnen (oggi Enea). Nell’ambito della sua ricerca numerose sono state le pubblicazioni scientifiche.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha espresso a nome dell’Amministrazione comunale il cordoglio alla famiglia e agli amici per la scomparsa di Paolo Mengoli: «Una vita spesa ad occuparsi delle persone più deboli della città, sia nel suo impegno politico, anche tra i banchi del Consiglio comunale, che nella sua attività di volontariato. Bologna saprà ricordarlo».

Tra le tante reazioni della società civile e del mondo del volontariato ricordiamo quella delle Acli di Bologna. «Con Paolo – afferma Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna – abbiamo condiviso l’amicizia coi poveri della città e ha fatto parte del gruppo di associazioni di ispirazioni cattolica. Una grave perdita per la nostra città, Paolo ha creduto molto anche nel nostro percorso Sinodale condiviso tra associazioni cattoliche e l’ultima volta abbiamo parlato proprio del tema di questo Giubileo, dedicato alla speranza».

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