Il ricordo del beato Marella e del cardinale Caffarra

Zuppi: «Riconoscenza per questi due testimoni dell’amore del Signore»

Mercoledì 6 settembre la Messa in cripta

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Mercoledì 6 settembre la Messa in cripta presieduta dall’Arcivescovo

E’ una coincidenza provvidenziale, quella che ha unito e sempre unirà nella memoria della Chiesa di Bologna, il 6 settembre, il ricordo di un uomo di profonda preghiera e amore per la Chiesa come il cardinale Caffarra e quella di un paladino ardente della carità come Padre Marella. Lo ha affermato il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nella Messa che ha celebrato ieri nella cripta della cattedrale di San Pietro in memoria del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna dl 2004 al 2015, nel 6° anniversario della scomparsa, e nella memoria liturgica del beato don Olinto Marella (universalmente noto come Padre Marella), nel giorno della sua «nascita al cielo» (6 settembre 1969).

«Siamo colmi di affetto e riconoscenza per questi due testimoni dell’amore del Signore – ha detto Zuppi -. Sappiamo che la trasmissione della fede avviene sempre attraverso le persone», soprattutto i pastori, come il cardinale Caffarra; e così pure avviene per «il seme dell’amore», così fortemente vissuto da padre Marella. E qui Zuppi ha voluto ricordare anche un sacerdote molto noto a Bologna, del quale proprio ieri mattina aveva celebrato il funerale, don Valeriano Michelini, «che era appunto uno dei “ragazzi di padre Marella”, guidato appunto dal “Padre”, come loro lo chiamavamo, nella sua scelta vocazionale. Così capiamo che il bene produce sempre bene, e che i semi d’amore gettati nella nostra vita portano sempre frutto».

Entrambi, Marella e Caffarra, «portatori del mistero dell’amore di Dio», del primo Zuppi ha ricordato in modo particolare «l’urgenza della carità, che era il suo unico programma». E rivolgendosi agli attuali dirigenti dell’Opera Padre Marella, presenti alla Messa assieme a tanti amici e assistiti, ha ricordato che «i programmi ci vogliono, ma non dobbiamo mai dimenticare che la vera, unica urgenza, l’unico vero programma è la carità». Padre Marella ci ricorda anche che «per la carità dobbiamo essere disposti a pagare di persona: come quando lui, noto e stimato professore di liceo, cominciò letteralmente a “porgere il cappello” per chieder aiuto per i suoi “ragazzi”. Per loro si è fatto mendicante, per e con i poveri. E nella carità vissuta, nell’essere padre di tanti fratelli più piccoli, i più cari al Signore, trovò la sua piena realizzazione»

Del cardinale Caffarra Zuppi ha invece citato alcuni testi, che testimoniano il suo immenso amore ala Signore e alla Chiesa, «che egli viveva anzitutto in una intensa preghiera». Meditando sul nostro destino finale, Caffarra, ha ricordato Zuppi, diceva che per il credente «la morte è eliminata per sempre, mentre si edifica in noi la certezza dell’eternità». Così pure «le vicissitudini della nostra vita sono come i dolori del parto: siamo chiamati a ereditare l’eternità». Nel discorso che fece per il compimento dei propri 70 anni, invece, Caffarra fece un’importante riflessione sul ministero episcopale (che esercitò prima a Ferrara e poi a Bologna): «Ogni giorno e ora – disse – ho la preoccupazione del governo di questa Chiesa e di dover renderne conto. Con il passare degli anni però questa consapevolezza è cresciuta ed è anche cambiata: quando ho iniziato il mio ministero episcopale, il mio primo pensiero era quello di “cosa fare”: ora penso anzitutto se sto costruendo la mia vita su Cristo e per voi». «Il suo immenso amore per il Signore e per la Chiesa continuano sicuramente ad animarlo ora che è nell’eternità – ha concluso Zuppi -. E siamo certi che intercede per la sua a nostra Chiesa di Bologn, perché conytinui ad essere fondata su Cristo e la sua parola».

Chiara Unguendoli

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