L’odierna solennità deve essere particolarmente cara ad ogni
discepolo del Signore. In essa, infatti, noi celebriamo non un particolare
mistero della nostra fede, ma siamo invitati a collocarci nel punto dal quale
ha inizio tutta la storia della nostra salvezza: a capire la ragione ultima
che spiega ogni mistero della fede, dalla creazione alla vita eterna. Poniamoci
dunque più che mai in ascolto docile della Parola di Dio.
1.“Dio è amore: chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio
dimora in lui”. La parola di Giovanni l’evangelista, ci introduce
nel mistero stesso di Dio e del suo rapporto con noi.
In primo luogo, dire «Dio è amore» significa dire che tutto
l’agire di Dio nei nostri confronti è unicamente ispirato dall’amore.
Non ha altra ragione e spiegazione che l’amore stesso. Purtroppo, nessuna
parola è stata ed è tuttora inflazionata come questa: ormai significa
tutto e il contrario di tutto. Quando noi diciamo che è l’amore
ed esclusivamente l’amore ciò che spiega l’agire di Dio
nei nostri confronti, che cosa diciamo? La parola dell’evangelista ci
viene in aiuto. “In questo si è manifestato l’amore di Dio
per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi
avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi
ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi”.
Amare significa che Dio, il Padre, ha deciso l’invio del suo Unigenito
nel mondo perché ciascuno di noi, credendo in Lui, avesse la vita eterna.
E’ dunque amore che si prende cura di ciascuno e che per evitare che
anche uno solo si perda nella morte, decide di condividere la mia stessa vita
mortale perché io potessi condividere la sua vita eterna. La sorte di
ciascuno di noi sta a cuore al Padre, che non esita a consegnare il suo Figlio
alla morte perché noi avessimo la vita. Sta a cuore al Figlio, che non
esita, pur essendo di natura divina, a spogliare se stesso, assumendo la condizione
di servo. Sta a cuore allo Spirito Santo che spinge interiormente il Signore
Gesù ad offrire se stesso sulla Croce. La persona umana è posta
dentro alla Vita della Trinità : al centro delle sue cure.
Ma l’amore con cui le Tre persone divine ci amano ha una caratteristica
fondamentale. Così specifica dell’amore divino che Giovanni scrive: “In
questo sta l’amore”. In che cosa? “non siamo stati noi ad
amare Dio, ma è lui che ha amato noi”. Cioè: l’amore
di Dio è gratuito; è preveniente; è incondizionato. E’ gratuito:
Dio ci ama non perché Egli abbia in un qualche modo bisogno di noi,
ma perché semplicemente vuole donarsi. E’ preveniente: Dio ci
ama non perché siamo meritevoli del suo amore, ma viceversa se noi siamo
meritevoli è perché Egli ci ama. E’ incondizionato: Dio
non ci ama «a condizione che …»: Egli ci ama sempre e comunque,
sia che noi corrispondiamo sia che noi non corrispondiamo al suo amore. Già l’Antica
Alleanza aveva colto questo incredibile mistero dell’amore divino: “il
Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi
di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti
i popoli – , ma perché il Signore vi ama”.
2.“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate
ai piccoli”. La rivelazione che viene fatta all’uomo dell’Amore
di cui parlavamo, commuove Gesù stesso. E’ una rivelazione che
passa attraverso la sua persona: che è la sua persona. E ne è commosso.
Ma più precisamente, che cosa lo commuove? il fatto che il Padre abbia
deciso che i destinatari di questa rivelazione siano «i piccoli».
Non poteva non succedere che così!
Poiché l’Amore con cui il Padre ci ama è gratuito, preveniente,
incondizionato, solo chi si presenta davanti a Lui colle mani vuote, senza
potersi gloriare di nulla, può capire questo Amore. La consapevolezza
della nostra miseria è la condizione imprescindibile perché il
Padre non ci tenga nascoste queste cose: “ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi”.
Cari fratelli e sorelle, voi avete voluto questa sera rendere testimonianza,
proprio nel centro della nostra città , a questa predilezione di Dio
per i più poveri, i più umiliati ed oppressi. E chi lo è di
più della donna resa schiava, degradata nella sua dignità , mercificata
nella sua incomparabile preziosità ? Dio che è amore, è dalla
loro parte e chi le ha offese ed umiliate dovrà renderne conto a Lui.
La liturgia questa sera ci conduce alla sorgente nascosta da cui sgorga l’atto
creativo del Padre, l’atto redentivo del Figlio, l’atto santificante
dello Spirito: «Dio è Amore, chi sta nell’amore dimora in
Dio». Accostiamo a questa fonte le labbra del nostro desiderio per esserne
pienamente saziati. “E Dio dimora in lui”.
