Messa per i 1500 anni dell’apparizione di Santa Maria in Portico

È una gioia ringraziare Dio per i 1500 anni dell’icona di Santa Maria in Portico, presenza che conforta e illumina nella traversata, a volte così minacciosa e faticosa, della vita. Ella non si impone con apparenze evidenti, così come gli uomini desiderano, alla ricerca di risposte eloquenti, definitive, convincenti. È un’icona piccola, devi cercarla, e insegna a vedere i particolari. Come sappiamo, l’amore si rivela soprattutto nelle cose piccole, tanto che di Dio conta perfino i capelli del nostro capo. È piccola perché sia possibile per tutti prenderla con sé e per ricordarci di portarla sempre nel piccolo cuore. È piccola ma non modesta. Da essa, come sempre dall’amore umile di Dio e di sua Madre, scaturisce una luce grande, anzi la luce, quella che lotta con le tenebre del male e della morte, quella che con dolcezza illumina i cuori e il mondo.

Contempliamo stasera la gloria di Maria, raffigurata magistralmente come un bagliore di luce, con tanti raggi che scacciano i dubbi, che illuminano le oscurità del peccato, che fanno sentire amati, che vogliono raggiungere ogni direzione e ogni persona. A Maria viene affidato il Signore, luce del mondo, luce che non finisce. Maria continua a far nascere nei cuori e nella Chiesa la presenza feconda di Gesù, amore che dona pienezza alla nostra fragilità e che ci libera dalla vera condanna che è quella di credere di salvarsi da soli. Ma l’amore chiede amore, tanto amore, il nostro, non preso in prestito o amministrato senza fiducia.

La grazia produce grazia, ma ha sempre bisogno del nostro assenso, della “doppia firma”, cioè che anche noi accettiamo il dono di amore. Facciamo memoria di una storia lunga, che attraversa tante generazioni del nostro vagare, storia di tempeste che la vita porta inevitabilmente con sé. Maria ci fa sentire figli e ci invita a sentimenti umani, Lei che dona Dio al mondo, la Madre di Dio, centro della nostra fede. È legata intimamente, quasi con discrezione, alla storia della chiesa della nostra città. È amore che univa. I chierici regolati della Madre di Dio, che dal 1601 la custodiscono e l’hanno riproposta alla devozione, commemorano i 450 anni della loro fondazione da parte di San Giovanni Leonardi. Intorno a Maria si ritrova la famiglia di Dio e viceversa, è lei che genera quella famiglia universale alla quale siamo chiamati e che non possiamo fare a pezzi, immiserendola con distinzioni che sono inaccettabili per lei che è madre di tanti figli e che ci insegna ad essere fratelli tutti. Tutti possiamo riconoscere l’altro – chiunque esso sia – come nostro fratello, che vuol dire che siamo sì uguali ma diversi, e diversi proprio per amarci, scoprendo nell’altro tanti tratti di quello che sono io.

Affidiamoci alla sicurezza di questa madre che ci fa sentire protetti e allo stesso tempo ci affida la protezione degli altri suoi figli. Amati ma chiedendoci di amare. Ecco perché questa luce, questa bellezza, raggiunge la nostra fragilità, genera Colui che non giudica ma salva e ci chiede di essere anche noi riflessi eloquenti di questa bellezza. Gesù a quelle donne che esprimevano ammirazione ma anche estraneità – era fortunata la donna che l’ha allattato – ricorda che la beatitudine non è privilegio di pochi, non è indipendente dalle nostre scelte, ma è Vangelo per tutti, particolarmente per chi ascolta e mette in pratica. Maria è beata perché è stata la prima che ha ascoltato, che non si è difesa come gli innamorati delle proprie parole, che non ci ha giocato come chi non ne conosce più il valore e finisce per non credere più a nulla, non si è difesa perdendosi negli infiniti studi soggettivi, ma poveramente l’ha presa sul serio, si è presa la responsabilità di dargli carne con la propria carne. E per questo è beata, contenta. In un tempo in cui assistiamo al rinascere di tanti pregiudizi, divisioni, indifferenze, ostilità frutto di tanto banale egocentrismo, Maria ci chiede di prendere con sé il mistero di amore degli umili e di Dio che si umilia per farci vedere il suo amore.

Papa Francesco nel suo messaggio per la ricorrenza ricorda come “Il culto di Santa Maria in Portico in Campitelli nasce a seguito di una prodigiosa manifestazione della Madre di Dio avvenuta il 17 luglio del 524 nella casa di Santa Galla”. In casa, cioè nella vita ordinaria. La Chiesa è sempre una casa di preghiera e di amore per i poveri, perché la Chiesa non è un luogo anonimo o per pochi, ma famiglia per tutti, ad iniziare dai fratelli più piccoli di Gesù. E a tutti noi è dato il potere di far sentire a casa, e chi lo fa è beato perché trova la sua casa e vede in questa Gesù. La tradizione vuole che Galla, mentre serviva a mensa dodici poveri, vide le pareti del Portico illuminarsi improvvisamente. Avviene sempre così quando si ama il prossimo. La condivisione trasmette luce, la gratuità attrae, libera dall’anonimato, mostra l’opera di Dio.

Il Portico divenne insieme santuario mariano e porto di carità. Intorno ad ogni comunità ci deve essere un portico di protezione nelle incertezze pericolose della città. Sempre Papa Francesco ci invita all’urgenza di favorire la pace, di pregare per la pace, invitandoci a farci costruttori di pace anzitutto nelle nostre comunità riconciliate e riconcilianti. L’esempio di vita fraterna è evangelicamente attrattivo per tutti, cioè tutti possono vedere l’amore spirituale. Cristo è il solo farmaco in grado di curare i mali della Chiesa e dell’uomo. P. Giovanni Leonardi onorò il santuario di Santa Maria “Porto della romana sicurezza” in una città che era dura, piena di povertà e attraversata da violenza. Amore per la Chiesa e amore per la città, onore alla Madre di Dio e onore ad ogni uomo fatto a sua immagine. Giovanni Leonardi e la sua piccola “barchetta” si misura continuamente con le tante incertezze del mondo. Non disprezza certo la domanda di sicurezza, ma indica quella vera.  Non siamo sicuri con muri più alti, risposte più forti, isolamento più definitivo. È solo l’amore di Gesù attraverso sua Madre, che lo offre e lo chiede, di cui sentirsi figli ma anche da prendere nella propria casa perché affidata a noi. Romanae Portus Securitatis (Porto della Romana Sicurezza), che ci fa capire la forza di essere suoi. Cosa dà sicurezza e protegge è l‘amore, che diventa anche sistema, albero del samaritano. In un tempo che vogliamo tutti di cambiamento, Leonardi notava che “il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi”. Fu per questo che, mentre sollecitava il Papa a promuovere una “riforma universale della Chiesa”, si preoccupava della formazione cristiana del popolo e specialmente dei fanciulli, da educare “fin dai primi anni… nella purezza della fede cristiana e nei santi costumi”. Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa.

Ecco le sue parole, in fondo il commento più vero per la straordinaria immagine di Santa Maria in Portico: «Oh casa di Dio risplendente e bella! Io ho amato la bellezza ed il fuoco dove abita la gloria del mio Signore che ti ha creato e ti possiede. A te sospiro lungo il mio pellegrinaggio, giorno e notte, desidera e brama te il mio cuore, a te anela la mente mia, all’amicizia della tua felicità e gloria desidera giungere la mia anima. Io dico a colui che ha fatto te che possieda me, me in te, perché lui ha fatto me e te. Che io mi consumi per la dolcezza di te o patria sì bella! È proprio vero: il “santo speziale” di Lucca ci addita nell’eucaristia il “farmaco dell’immortalità”, per il quale: “siamo confortati, nutriti, uniti, trasformati in Dio e partecipi della natura divina (2Pt 1,4)”. San Giovanni Crisostomo ricorda che la Chiesa e il cuore di ogni cristiano deve essere come un porto. “L’uomo misericordioso è un porto per chi è nel bisogno. Il porto accoglie, libera dal pericolo tutti i naufraghi, siano essi malvagi, buoni o siano come quelli che si trovano in pericolo, il porto li mette al riparo”. “Vatte a ripone a Santa Galla”». La città è molto più difficile di quello che possiamo pensare, incute timore, soprattutto quando ti misuri con la fragilità tua e degli altri. La città incute paura molto più di quanto pensiamo, suggerisce di chiudersi o di reagire con aggressività. Qui nessuno è scartato, tutto e tutti sono preziosi, perché amati. Ma questo amore che ci è affidato dobbiamo noi mostrarlo a tanti.

 “Ave, stella del mare, madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo”.

Roma, Chiesa di Santa Maria in Campitelli
17/07/2024
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