L’Arcivescovo: «Questa Eucarestia intorno al Signore per me è uno dei momenti più importanti»
In occasione della Prima Giornata regionale della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) l’Arcivescovo ha incontrato, domenica scorsa in Cattedrale, i malati e le loro famiglie insieme ai sanitari e alle Istituzioni del territorio impegnate nel settore della sanità. Durante l’omelia della Messa ha ricordato come «chi si occupa per motivi familiari o professionali dei malati, e in particolare di questi malati, sa bene quanto isolino queste condizioni di salute. La malattia crea sempre una distanza, purtroppo in molti casi fisica, crea isolamento e l’amore non accetta la distanza, supera tutte le distanze. Nell’amore possiamo comunicare anche quando sembra impossibile, e proprio l’amore permette questa comunicazione».
«Quest’Eucarestia intorno al Signore – ha proseguito il cardinale Zuppi – per me è uno dei momenti più importanti non soltanto di oggi, ma di questo anno perché non siete soltanto voi che possiamo accogliere, ma anche quei tanti che per tanti motivi non sono con noi». L’amore permette questa comunicazione, non soltanto attraverso il digitale, si riesce con gli occhi a scrivere, a stampare, a inviare. La nostra capacità di distruggere è incredibile, terribile e inaccettabile con la violenza e con la guerra. Poi, al contrario, abbiamo la capacità di vincere l’isolamento con una possibilità che è data a tutti noi e che usiamo troppo poco, l’amore. Tanti, troppi restano isolati; quando sono accompagnati dall’amore sono sempre preziosi e quello dà senso, riveste d’importanza, fa sentire amati, non commiserati. Allora diventa un’altra cosa. «Pensiamo che la vita sia bellezza, prestazione – ha concluso – ma il Signore ci ha dato una lezione, voi stessi ci date una lezione e ci chiedete tanto». Non è un piacere, ma un diritto che dovete avere dalle istituzioni, da chi deve curare con tutto quello che serve e dalla comunità cristiana. L’amore fa propria la gioia e la sofferenza, e questo è proprio della comunità cristiana; per questo sono contento che siate qui, perché ci ricordate di vincere l’isolamento, di non accettare mai che la sofferenza sia inutile o, come dice papa Francesco, sia scartata.
Al termine della celebrazione l’Arcivescovo si è intrattenuto con malati e i loro parenti per un saluto, una condivisione e un momento di consolazione. Gesti intensi che hanno sottolineato, con grande umanità e concretezza, la vicinanza della Chiesa anche in queste situazioni di sofferenza e difficoltà. A seguire un incontro con interventi e testimonianze di quanti sono impegnati in prima linea nell’assistenza, dei responsabili di AssiSla, delle Istituzioni, del Terzo Settore, della cultura, della scienza e della ricerca. Sono intervenuti, Raffaele Donini, assessore Emilia-Romagna alle Politiche per la Salute; Luca Rizzo Nervo, assessore comunale al Welfare e salute; Paolo Bordon, direttore generale Ausl di Bologna; Raffaele Lodi, direttore scientifico Scienze neurologiche Ausl di Bologna; Veria Vacchiano, co-coordinatrice team Sla Ospedale Bellaria; Simona Genovese, responsabile gruppo di coordinamento Uvm Grad dell’Ausl di Bologna; Filippo Martone, presidente Assisla; Erika Capasso delegata del Comune e di Anci per le politiche del terzo settore; Gabrio Vicentini, presidente Ucai, moderati da Alessandro Rondoni, Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Bologna e Ceer. L’evento è stata proposto da AssiSla, Anci Emilia-Romagna e Chiesa di Bologna con il patrocinio di numerose realtà, associazioni e istituzioni.
«Questa Giornata per noi è fondamentale – spiega Filippo Martone, fondatore e direttore Assisla – perché permette alle persone che vivono questa condizione così difficile di avere una giornata in cui la città si prende cura di loro in uno dei luoghi più importanti, che è la Cattedrale, con l’attenzione di una delle persone più importanti per molti di loro che è il cardinale Zuppi. È evidente che questo è un momento di testimonianza che la cittadinanza può avere nei confronti di queste persone, della vicinanza che magari tutti i giorni loro non percepiscono, chiuse nelle loro case, o nei luoghi dove trascorrono le loro malattie. In tutto questo, la nostra associazione Assisla mette una prima pietra per la creazione di una Giornata regionale in cui il nostro territorio si accorga che al suo interno ci sono delle persone fragili, molto spesso dimenticate nelle loro case, che soffrono una malattia terribile e alle quali bisogna stare vicini, dare attenzione e, per quanto possibile, aiutare il “sistema” ad aiutarli».
