In occasione della festa della Nascita di Cristo, secondo il calendario giuliano, abbiamo fatto visita, accolti con molta gentilezza e cordialità, alla Chiesa Copta a Caselle di San Lazzaro.
Il termine copto significa semplicemente “egiziano” e deriva dal nome che i greci davano all’Egitto: Aígyptos. I musulmani, dopo aver conquistato l’Egitto nel VII secolo, chiamarono gli egiziani nativi qibt che divenne poi “copto” nelle lingue occidentali.
Fu San Marco, l’evangelista discepolo dell’apostolo Pietro a portare il Vangelo in quella terra, che i cristiani considerano in ogni caso Terra Santa, per la presenza di Gesù con la Sacra Famiglia durante l’esilio causato da Erode.
Nel III secolo ad Alessandria, città cosmopolita e centro culturale di prim’ordine, Origene diede un contributo fondamentale all’elaborazione del pensiero cristiano; fu esegeta, filologo, teologo, autore spirituale.
Sotto la sua guida il Didaskaleîon, la scuola catechetica di Alessandria, raggiunse il suo massimo splendore.
I cristiani in Egitto subirono diverse persecuzioni, ma nessuna fu talmente sanguinosa come quelle di Diocleziano nel 303-304 e di Massimino Daia imperatore dal 305 al 313. La persecuzione di Diocleziano segnò profondamente la chiesa copta a tal punto che essa ha stabilito il 284, anno di inizio del regno di questo imperatore, come primo anno del proprio calendario chiamato “dei martiri”.
Con l’inizio del IV secolo la chiesa di Alessandria fu lacerata dall’arianesimo, dottrina teologica che prende il nome dal presbitero egiziano Ario, che riconosceva nel Cristo non il Dio fatto uomo, ma una creatura divinizzata, dottrina che venne condannata dal primo concilio ecumenico di Nicea.
Il grande patriarca alessandrino sant’Atanasio il Grande (328-373) fu il difensore del Credo di Nicea contro l’arianesimo; sotto il suo patriarcato fiorì il monachesimo nella sua forma eremitica (con sant’Antonio abate, di cui Atanasio stesso scrisse la vita), semi-eremitica (con san Macario e i suoi discepoli) e comunitaria (con san Pacomio e i suoi discepoli).
Motivi politici ed ecclesiastici crearono forti tensioni tra la Chiesa di Alessandria con quella di Costantinopoli che rivendicava il primato di nuova Roma, tensione che si acuì con il Concilio di Calcedonia, al quale Alessandria non prese parte.
Quando i musulmani invasero l’Egitto, i cristiani non-calcedonesi costituivano la maggioranza della popolazione. All’inizio della dominazione musulmana i cristiani godettero di una relativa libertà religiosa ma poi cominciarono a subire numerose restrizioni e pesanti vessazioni e conversioni forzate, soprattutto sotto il regime di Mamelucchi e poi degli Ottomani.
Il XX secolo vide una grande rinascita spirituale dei copti, con la nuova imponente fioritura della vita monastica e la solida formazione teologica e patristica del clero.
Purtroppo le violenze contro i cristiani in Egitto continuano a essere all’ordine del giorno, come testimoniato da fatti che sono nelle cronache di questi ultimi anni, eventi affrontati da molti copti dalla fede profonda, come l’occasione per rendere a Cristo la più alta testimonianza del martirio.
La Chiesa Copta ha firmato con la Chiesa Cattolica importanti dichiarazioni che evidenziano la comune fede cristologica.
Nella liturgia – che conserva riti e testi antichissimi che influenzarono anche l’antica liturgia romana – utilizzano la lingua copta, che è una mescolanza di greco e di egiziano antico e l’arabo, ma nei paesi di emigrazione si usa anche la lingua locale.