L'intervento di padre Timothy Radcliffe

«Cosa significa essere sacerdote oggi?»

Il testo inviato per la Tre giorni del clero è stato letto da padre Davide Pedone

Il domenicano padre Timothy Radcliffe ha inviato una riflessione per i sacerdoti della diocesi raccolti per la Tre giorni del clero.

Lunedì mattina il testo è stato letto da padre Davide Pedone, priore del convento patriarcale i San Domenico in Bologna, ai sacerdoti presenti nel salone Bolognini, prima della Messa in basilica e dopo l’intervento del patriarca Bartolomeo.

«Il ministero più doloroso di un sacerdote – ha scritto in un passaggio padre Timothy Radcliffe è camminare con le persone quando si allontanano dalla Chiesa e rifiutano i suoi insegnamenti. Santa Teresa di Lisieux diceva che la sua vocazione era quella di sedersi a tavola con i miscredenti e di bere dal loro calice amaro. Papa Francesco ha detto che la Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e “ad andare alle periferie, non solo geograficamente, ma anche alle periferie esistenziali: il mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza e dell’indifferenza alla religione, delle correnti intellettuali e di ogni miseria”».

«Gran parte del sacerdozio – ha concluso –  è la pratica delle abilità umane ordinarie. In Gesù, Dio si è fatto uomo e anche noi siamo invitati a diventare umani! Prima c’è l’arte della conversazione. Se ascoltiamo profondamente, aprendo la nostra mente e il nostro cuore ad altri che sono lontani dalla Chiesa, possono ascoltarci. Se impariamo a leggere i volti, in tutta la loro complessità umana, vedremo il volto di Dio cento volte al giorno. Se osiamo uscire dal nostro profondo, così da sentirci senza parole, lo Spirito Santo ci darà cosa dire, anche se non lo sappiamo mai. E le nostre omelie a volte possono persino infiammare il cuore delle persone».

Scarica qui la riflessione di padre Timothy Radcliffe

 

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