Al rientro in Italia della delegazione bolognese partita per la Tanzania in occasione dell’ordinazione episcopale di monsignor Vincet Mwangala, primo vescovo di Mafinga,
e di una visita alla missione di Mapanda abbiamo raccolto alcune loro testimonianze. Fra loro suor Maria Elisabetta Rosso, Sorella maggiore delle Famiglie della Visitazione, e per tanti anni missionaria fra Usokami e Mapanda. «Il nuovo Vescovo – racconta suor Rosso – è una persona per la quale nutro grande stima e affetto che ho costruito giorno dopo giorno nel corso dei sei anni di collaborazione avuti con lui a Usokami. Sono stata molto contenta di partecipare a quella festa autentica che è stata la sua ordinazione episcopale: mi resta negli occhi e nelle orecchie l’enorme partecipazione di popolo, giunto anche da lontano per dimostrargli non solo l’affetto ma anche la felicità per l’erezione di questa nuova Diocesi. L’ordinazione episcopale di padre Vincent, inoltre, è stata preceduta da una visita in Italia e, più precisamente, nella nostra Famiglia a Sammartini. Il suo incontro con noi ha permesso al Vescovo di conoscere la versione italiana, potremmo dire, di una realtà che egli conosce bene perché presente anche in Tanzania. Infine, quando l’ho accompagnato alla Stazione centrale di Bologna al termine della sua permanenza con noi, gli ho affidato tutta la nostra Famiglia, perché ci sentiamo strettamente in comunione con lui».
Anche don Francesco Scimé, oggi parroco di Sammartini ma già missionario in Tanzania qualche anno fa, era con la delegazione della nostra Arcidiocesi all’ordinazione di monsignor Mwangala. «Credo che le due linee guida che devono orientare il rapporto nuovo che la Chiesa di Bologna avrà con quella di Iringa e Mafinga, a mezzo secolo dall’inizio di questo cammino di fratellanza –spiega don Scimé – vadano individuate nella testimonianza dell’amore alla Parola di Dio e per i poveri. Mi sembrano questi i principali elementi che possono portare a quelle comunità qualcosa di davvero nuovo. É evidente, infatti, come si tratti di due istanze che coinvolgono molto le popolazioni locali: nella parrocchia di Mapanda viene celebrata una liturgia della Parola quotidiana molto partecipata e alla quale tante persone prendono parte munite della propria Bibbia. Una esperienza che contribuisce a conferire bellezza e forza a tutta la giornata».
La visita in Tanzania ha anche rappresentato l’occasione per fare il punto sui lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Mapanda, edificata con il contributo economico della Chiesa di Bologna, e sui quali ci aggiorna l’ingegnere e architetto Aldo Barbieri, anch’egli membro della delegazione presente all’ordinazione episcopale di monsignor Mwangala. «Ormai intravediamo la fine dei lavori – afferma Barbieri –. Gli esterni della chiesa necessitano ancora di un intervento piuttosto significativo, mentre gli interni sono già conclusi. Ora attendiamo l’altare, l’ambone e il resto dell’arredo insieme al completamento della parte iconografica oggetto di un grande lavoro curato dal Vicario generale monsignor Giovanni Silvagni. Una volta terminata, la chiesa apparirà ampia e spaziosa così come l’ha voluta il vescovo di Iringa, monsignor Tarcisius Ngalalekumtwa. Essa sarà così un punto di riferimento per gli abitanti di tutti i villaggi che compongono quel territorio. Per coinvolgere tutti i fedeli, che si attendono in gran numero, alle celebrazioni liturgiche abbiamo pensato ad una forma ad emiciclo, così da porre al centro i fuochi della celebrazione in un grande abbraccio da parte di tutti e a tutti».