Da pochi giorni il Vicario generale per l’amministrazione, monsignor Giovanni Silvagni, è tornato da un viaggio nella missione bolognese in Tanzania, a Mapanda, dove con una delegazione della diocesi ha partecipato all’ordinazione episcopale della nuova diocesi di Mafinga, monsignor Vincent Mwangala.
«È stato un evento molto partecipato – ha detto monsignor Silvagni -. Monsignor Vincent, primo parroco africano nella parrocchia di Usokami, è stato vicario generale di Iringa e adesso vescovo della nuova diocesi di Mafinga, che comprende Mapanda e Usokami. È stata anche un’opportunità per verificare l’avanzamento dei lavori della nuova chiesa. La vita della parrocchia è molto attiva: durante questa Quaresima, nel solo villaggio di Mapanda 60 persone hanno compiuto i riti catecumenali e 16 famiglie hanno battezzato i loro bimbi.
È una Chiesa giovane. Quali sono le sue caratteristiche? Una grande essenzialità nei riferimenti alla vita cristiana e al Vangelo. E poi la preghiera, la partecipazione alla vita della Chiesa. I catechisti hanno una grande capacità di coinvolgimento delle persone. È una vita quotidiana che si regge su un’economia di sussistenza, ma dove c’è uno spazio significativo per la preghiera, per la comunità e per la gioia della fede.
Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della presenza della Chiesa bolognese in Tanzania. Un bilancio? Abbiamo portato i doni di cui siamo stati arricchiti: la familiarità con la parola di Dio, la dignità nella celebrazione liturgica, lo spirito pastorale del Concilio. Ma da loro abbiamo tanto da imparare: è una chiesa viva, piena di vocazioni anche alla vita consacrata. La presenza delle suore. minime è uno dei frutti più belli della nostra missione: e tante di queste sorelle sono nelle nostre parrocchie a Bologna. Le Famiglie della Visitazione inoltre hanno contribuito con le traduzioni dei testi del Concilio, oltre che con la lectio quotidiana, che a Mapanda è diventata la spina dorsale che tiene in piedi la vita di ogni giorno.
Tanti, in questi anni, i volontari che sono partiti… e tra loro, molti giovani. In questi cinquant’anni le persone che sono partite hanno riportato a casa tanta ispirazione e apertura mentale. E i giovani che sono andati in Tanzania se ne sono innamorati. È un mondo impegnativo ma in crescita: alcuni vivono in una zona tranquilla, ma molto isolata dalle grandi vie di comunicazione. Altri vivono nei villaggi come Mapanda, altri ancora nelle grandi città: sono stimoli importanti per il nostro mondo un po’ più invecchiato e rassegnato. Tante le iniziative e le attività che la Chiesa bolognese porta avanti: dall’ospedale di Usokami all’accoglienza in parrocchia, fino all’attenzione ai fra- telli più poveri.
C’è anche una promozione culturale da favorire: non sempre queste persone sono considerate per il valore che portano. L’attenzione della comunità cristiana fa breccia: si impara a capire che si può vivere in un atteggiamento di affetto, di rispetto, di accoglienza.
Come rendere più presente nei cuori dei nostri fedeli la missione di Mapanda?
I rapporti personali sono molto preziosi: chi ha conosciuto i sacerdoti che sono stati a Mapanda, ha stretto dei legami molto saldi. È importante condividere le novità e le evoluzioni. Veder nascere una nuova diocesi, costruire una chiesa dalle fondamenta: è per noi un «ritorno alle fonti» attraverso l’esperienza di una comunità che ci è cara.
Dal punto di vista artistico e iconografico, come sarà questa nuova chiesa?
Secondo il progetto dell’ingegner Aldo Barbieri, avrà una struttura ad anfiteatro, con gradoni degradanti verso l’altare in posizione centrale, a sfruttare un pendio di montagna. È una chiesa elegante, essenziale, semplice. Il percorso iconografico è stato affidato a suor Maria Cristina della Piccola Famiglia dell’Annunziata, che ha scelto uno stile neocopto: dietro l’altare, sarà rappresentato il battesimo di Gesù al Giordano insieme a Giovanni Battista, il santo titolare della parrocchia.
Prossimi appuntamenti? Tra giugno e luglio 2025, con la consacrazione della nuova chiesa, al completamento di tutti i lavori necessari per renderla agibile e fruibile.