Domenica 25 maggio

Ghizzoni: «Coltiviamo l’amore a Maria»

L’arcivescovo di Ravenna-Cervia ha presieduto la Messa nella prima domenica di permanenza della Vergine di San Luca in Cattedrale

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Nella prima domenica di permanenza in città della Madonna di San Luca è stato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, a presiedere la solenne Messa del mattino in Cattedrale. All’inizio della celebrazione il ringraziamento del cardinale Zuppi per la sua presenza e il ricordo dell’allora monsignor Prevost, che due anni fa ha presieduto quella stessa Messa: «“Celebrare questo incontro con i Bolognesi, conoscere più da vicino la Madonna di San Luca, trovare qui tutta questa fede è un tesoro da custodire, dà speranza”, ci disse due anni fa, proprio davanti alla Sacra Immagine, monsignor Prevost, oggi Papa Leone XIV. Aveva raccontato di essere venuto a Bologna solo qualche volta, soprattutto per visitare i suoi confratelli Agostiniani a San Giacomo Maggiore, “dove ancora lavorano tanto bene” disse, e le monache agostiniane nella parrocchia di Santa Rita. Rimase molto impressionato di trovare anche in Italia la bellezza della fede e della devozione verso la Madonna. Ricordò come la Chiesa è una madre che, con la passione della madre, come santa Monica con quel suo figlio Agostino un po’ difficile e inquieto, aiuta con l’insistenza dell’amore a scoprire quello che cerchiamo e di cui abbiamo bisogno».

Nell’omelia della Messa monsignor Ghizzoni ha ricordato come «un cristiano senza la Madonna è orfano. E anche un cristiano senza Chiesa è orfano. Un cristiano ha bisogno di due Madri, la Chiesa e la Madonna». «Una società senza madri – ha detto a conclusione della sua riflessione – non è solo una società fredda, ma una società che ha perduto il cuore, che ha perso il sapore di famiglia». A margine della celebrazione monsignor Ghizzoni è stato intervistato per il settimanale diocesano Bologna Sette e la trasmissione televisiva 12Porte, e ha ricordato la devozione mariana presente in tutte le diocesi della regione. «A Ravenna – ha affermato – abbiamo il santuario della Madonna Greca, che è il più importante, il più grande della città, con una icona antichissima che risale al 1100, proveniente dalla Grecia appunto, e che è molto venerata. Il cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, ma che è stato anche in precedenza a Ravenna, ha rinvigorito la devozione a questo santuario e a questa icona elaborando lui stesso una supplica alla Madonna, caratterizzato dal suo stile e dal suo amore per Maria».

Papa Leone, quando ha incontrato i cardinali, ha ribadito l’importanza di Evangelii Gaudium, e del Sensus fidei del popolo dei credenti. «Sotto questo nome di devozione popolare o religiosità popolare – ha spiegato ancora monsignor Ghizzoni – ci sono in realtà tanti fenomeni e quindi è giusto che la Chiesa, i pastori, il Magistero faccia anche discernimento, perché a volte sorgono delle forme di devozione che non sono proprio rispettose di tutto il mistero cristiano e dunque vanno anche purificate. L’afflato e il desiderio che ci sono vanno invece coltivati perché generano una preghiera e una fede semplice ma forte di cui tutti i fedeli, tutti noi, abbiamo bisogno». Nella vita dell’arcivescovo di Ravenna – Cervia che spazio ha la Vergine Maria? «Tutti i giorni ho una mia preghiera particolare. Alla fine delle orazioni del mattino mi rivolgo sempre a Maria in un modo un po’ particolare. Anch’io ho un’icona mia personale che è quella della Madonna della Ghiara di Reggio Emilia che mi ricorda il giorno della mia ordinazione episcopale che è avvenuta proprio nel giorno della sua festa. Tutti i giorni io mi rivolgo a lei».

Andrea Caniato

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