Domenica 3 maggio la Messa del cardinale dalla Cripta

Giornata del Seminario e delle Vocazioni

L'impegno nella preghiera e la necessità di una maggiore consapevolezza ecclesiale

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BOLOGNA – Domenica 3 maggio, in occasione della Giornata diocesana del Seminario e della 57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi ha celebrato alle ore 10.30 la S. Messa nella Cattedrale di San Pietro assieme a una rappresentanza del Seminario arcivescovile e al rettore, mons. Roberto Macciantelli.

La celebrazione, senza la presenza dei fedeli, è stata trasmessa in diretta su E’Tv-Rete7, Trc, Radio Nettuno e in streaming su 12Porte.

Qui il testo dell’omelia dell’Arcivescovo

Sabato 2 alle ore 21.00 si è svolta la Veglia per i giovani che sarà possibile seguire in diretta streaming, a cura dell’Ufficio Nazionale Vocazioni, sul canale dedicato: https://www.youtube.com/user/pastoralevocazioni.

I sussidi dell’Ufficio liturgico:

La Quarta Domenica di Pasqua: Marco Tibaldi la racconta ai bambini con il teatro dei burattini

Gli approfondimenti sulla Giornata de Seminario e delle vocazioni:
  • Scarica qui il manifesto della Giornata.
  • Altre informazioni  dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Vocazionale sul prossimo numero di Bologna 7 di domenica 3 maggio.
  • Leggi l’intervento di monsignor Roberto macciantelli (rettore del Seminario arcivescovile), don Cristian Bagnara (vicerettore) e don Ruggero Nuvoli (padre spirituale) che comparirà domenica su Bologna 7:

La preghiera può muoversi liberamente in questa Giornata dedicata al nostro Seminario e alle vocazioni. È anche un’occasione per riflettere: il tema vocazionale coinvolge tutti perché è battesimale e dovrebbe innervare la catechesi, la carità, lo slancio missionario della Chiesa; dovrebbe occupare grande spazio nelle programmazioni, essere in testa all’elenco delle preoccupazioni pastorali. Non per una questione di numeri, ma di senso.

Occorre continuare a seminare, a pregare per i nostri seminaristi e per tutti i giovani impegnati in un cammino di discernimento. Anche quest’anno, in una cinquantina hanno partecipato agli Esercizi spirituali in dicembre proposti dal Seminario e dall’Ufficio diocesano per la Pastorale vocazionale; altrettanti hanno partecipato agli incontri dell’Itinerario giovani, gli incontri con i cresimandi fino a febbraio hanno visto la partecipazione di tante parrocchie, fino a giugno tutti i sabati erano già pieni…

Bisogna perseverare, individuando anche quei fattori che non ci facilitano in questo impegno che il Signore stesso ci chiede di assumere. Ne evidenziamo alcuni. Il primo è quello della «generalizzazione». Tutto è vocazione, anche la scelta universitaria. Ed è vero, in un’ottica di fede. Generalizzando si rischia però di non parlare più delle grandi scelte definitive, quelle legate agli stati di vita: il matrimonio e la consacrazione.

Un secondo fattore è ‘interpretativo’. Letture funzionali della vita ecclesiale (numero ministri per il numero di celebrazioni); letture spesso ideologiche (meglio meno preti così c’è più spazio per i laici), oppure orizzontali che intendono strutturare l’erogazione di servizi di varia natura, anche nobili e utili alla società, possono svilire la fede cristiana, svuotarla del Mistero, privarla di quella Parola del Maestro: “Seguimi!”, che deve risuonare. La fede è rispondere all’amicizia personale con Lui, Risorto e vivo.

Un terzo elemento è legato al ‘coraggio’ dell’Annuncio. Nello specifico, con tutte le attenzioni, la vocazione – soprattutto a una sequela esclusiva –, è da annunciare: lo ha fatto il Signore, lo deve fare la Chiesa. Se Gesù non avesse annunciato e chiamato personalmente i primi discepoli, probabilmente sarebbero rimasti lì a fare il loro onesto e giusto mestiere. Bisogna forse riappropriarsi di un certo coraggio per proporre ai nostri giovani qualcosa di più rispetto a una vita onesta e giusta, magari impreziosita da qualche occasione di volontariato: la possibilità che Lui chiami a lasciare tutto per seguirlo con cuore indiviso. “Il Maestro è qui e ti chiama”, dice Marta alla sorella (Gv 11,28).

         Questa giornata non si risolve al tramonto del sole, né facendo una frettolosa preghiera affinché ‘il Signore ci doni vocazioni‘ e ancora ‘santi e numerosi sacerdoti‘.  La questione è più grande, la sfida è più impegnativa ed è di carattere culturale: è la visione che la Comunità cristiana ha di se stessa, davanti agli uomini e davanti a Dio.

 

 

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