Nella mattinata di martedì 31

I funerali di mons. Ernesto Vecchi

Le esequie sono state presiedute dal cardinale Zuppi e concelebrate da alcuni Vescovi e molti sacerdoti nella Cattedrale di San Pietro

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Nella mattinata di martedì 31, in Cattedrale, si sono celebrati i funerali di monsignor Ernesto Vecchi, Vescovo ausiliare emerito di Bologna, presieduti dal cardinale Matteo Zuppi

Era gremita la Cattedrale di San Pietro martedì scorso, 31 maggio, per l’ultimo saluto a monsignor Ernesto Vecchi, Vescovo Ausiliare emerito di Bologna. La celebrazione, presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, si è aperta con un messaggio del Vicario generale per l’Amministrazione, monsignor Giovanni Silvagni.

Il rito funebre si è svolto alla presenza delle autorità civili e militari della città, rappresentata dal sindaco Matteo Lepore e dal gonfalone cittadino, accanto a una rappresentanza del Bologna calcio e dello stendardo della squadra del quale monsignor Vecchi era grande tifoso. Presente anche Lorenzo Pellegatti, sindaco di San Giovanni in Persiceto, nel cui Comune sorge la frazione di Decima nella quale monsignor Vecchi nacque nel 1936.

Presenti i familiari del defunto a partire dalla sorella Luisa coi nipoti insieme ai suoi più stretti collaboratori in vari ambiti come Loretta Lanzarini e Adriano Guarnieri. Le esequie sono state concelebrate da molti sacerdoti bolognesi e non solo, fra i quali don Marco Baroncini, per anni stretto collaboratore del Vescovo. Ha concelebrato anche don Franco Fontana, attualmente cappellano della Gendarmeria Vaticana e fra i principali assistenti di monsignor Vecchi nell’organizzazione del Congresso Eucaristico del ’97 oltre che nel periodo dell’Amministrazione Apostolica della Diocesi di Terni-Narni-Amelia.

Il rito è stato concelebrato anche da numerosi Vescovi: Antonio Sozzo, Nunzio Apostolico; Vincenzo Zarri, emerito di Forlì-Bertinoro; Claudio Stagni, emerito di Faenza-Modigliana e co-consacrante principale all’ordinazione episcopale di monsignor Vecchi; Tommaso Ghirelli e Giovanni Mosciatti, rispettivamente emerito ed attuale Vescovo di Imola nonché suoi successori come delegati alle comunicazioni all’interno della Conferenza Episcopale emiliano romagnola e, infine, Francesco Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia. «Quello di monsignor Vecchi è un ricordo sempre vivo nella nostra Chiesa diocesana – ha detto il vescovo Soddu a margine della celebrazione -. Egli ha saputo ricucire, con la grinta e la saggezza di un padre, alcuni tessuti che si erano sfilacciati. Per quanto mi riguarda ho provato per lui un grande affetto, prima filiale e poi come confratello nell’episcopato. Ricordo ancora la sua telefonata, il giorno prima della mia ordinazione a Vescovo, dove oltre alle congratulazioni mi raccomandava alcune questioni inerenti la gestione della Diocesi. Ecco, ora sono io che affido a lui queste intenzioni nella preghiera».

Erano presenti anche rappresentati del mondo dell’informazione e alcuni giornalisti cattolici dell’Ucsi. Messaggi di cordoglio sono giunti anche da monsignor Vincenzo Paglia, attualmente Presidente della Pontificia accademia per la vita e già Vescovo di Terni e monsignor Giuseppe Piemontese successore di monsignor Vecchi alla guida della diocesi umbra. Si sono uniti al cordoglio anche il vescovo di Parma, Enrico Solmi, e l’emerito di Forlì-Bertinoro, Lino Pizzi.

Si sono resi presenti con un messaggio anche l’archimandrita Dionisios Papavasileiou, Vicario Episcopale per l’Emilia-Romagna del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e il Metropolita d’Italia, Policarpo. Dopo i funerali la salma è partita verso la chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Borgo Panigale, dove per lungo tempo monsignor Vecchi era stato parroco. Ha poi raggiunto San Matteo della Decima dove monsignor Stefano Ottani, Vicario generale per la Sinodalità, ha celebrato la Messa prima della sepoltura nella stessa chiesa parrocchiale. Sulla tomba, opera del nipote Paolo Capponcelli, il passo del Salmo 27: «Una cosa sola io cerco: abitare nella casa del Signore».

Di seguito il testo letto da monsignor Giovanni Silvagni, Vicario generale per l’Amministrazione, all’inizio della celebrazione:

Salutiamo Mons. Ernesto Vecchi, con i titoli più alti che un cristiano possa avere, fratello, figlio, padre. Anzitutto per questa sua amata Chiesa bolognese e per tutta la città di Bologna, intendendo la città degli uomini, intendendo il territorio, la società e tutti i suoi aspetti. Ringraziamo il signor sindaco di Bologna, il qui presente sindaco di San Giovanni in Persiceto, tutte le autorità che rappresentano la vita civile, sociale della nostra compagine. In realtà gli incarichi affidati via via a mons. Vecchi ci hanno reso familiari anche ad altre località come: Lemellefa, Termi, Narni, Amelia. 

Salutiamo con affetto il vescovo Francesco Antonio Soddu e la delegazione di Terni, che ha voluto essere presente. A loro si sono uniti con un messaggio sua eccellenza mons. Vincenzo Paglia che ha voluto ricordare la capacità di mons. Vecchi di intraprendere una nuova missione lontano dalla sua terra, pur non più giovanissimo e l’aver dedicato alla chiesa tutta la sua vita di cristiano con coraggio e audacia. Anche il vescovo, sua eccellenza mons. Giuseppe Piemontese, che da mons. Vecchi ha ricevuto il pastorale per proseguire il servizio episcopale a Terni, In una lunga lettera ha voluto ricordare il debito di riconoscenza verso chi gli aveva preparato la strada e quanto ha potuto giovarsi delle fatiche e delle scelte amministrative pastorali del Vescovo Ernesto e dei suoi collaboratori bolognesi e Ternani. 

Anche i vescovi Pizzi e Solmi hanno mandato un loro saluto di partecipazione e di preghiera, attraverso l’archimandrita Dionisios Papavasileiou, Vicario episcopale per l’Emilia-Romagna della sacra arcidiocesi di Italia del patriarcato ecumenico. Il metropolita d’Italia Policarpo ha mandato il suo messaggio, ricordando l’aiuto fraterno e disinteressato offerto dal vescovo Ernesto alla Parrocchia bolognese San Demetrio Mega Lomartire dei grecoortodossi che ha sede nella chiesa Santa Maria Incoronata di Caprara. 

Le circostanze in cui il signore ha chiamato a sé da questa vita il vescovo Ernesto, sono apparse a tutti provvidenziali e il più bel sigillo che poteva ricevere la sua lunga vita di servitore, laborioso, buono e fedele.  

La Chiesa e la città di Bologna sono rimaste segnate dalla sua presenza degli ultimi 35 anni, in cui ha fatto onore all’invito di San Paolo al suo discepolo, Il vescovo Timoteo. Annunzia la parola, insiti in ogni occasione e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esordia, con ogni magnanimità e dottrina. 

È il giorno della visita di Maria d’Elisabetta, è il giorno della magnifica, è il giorno della glorificazione degli umili, di un Dio così buono e misericordioso che ricolma di beni gli affamati che innalza gli umili e abbatte gli orgogliosi e i potenti, che guarda l’umiltà dei suoi servi e compie in loro cose grandi. 

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del signore per sempre. 

Con queste parole in qualche modo il vescovo Ernesto si è voluto congedare da noi e perché non le dimenticassimo, ha voluto che fossero incise sulla lapide che coprirà tra poco il suo corpo nella chiesa di San Matteo la Decima. Abitare sempre e per sempre nella casa del signore. È davvero stato bello, appassionante, divertente, anche dialettico e sempre dinamico abitare in questa casa insieme al Vescovo Ernesto. Qui al di sopra di tutto l’amore, il perdono, la fraternità, la comunione hanno sempre prevalso. È bello anche per noi abitare in questa casa, già tutta affacciata e collegata con quella del cielo che non è altro che la stanza accanto della stessa casa in cui siamo già stati accolti, di cui siamo partecipi e in cui c’è posto per tutti e che tutti vuole accogliere oggi e per sempre.

Il testo dell’omelia del card. Zuppi.

Il Servizio di 12PORTE

Qui la fotogallery dei funerali in Cattedrale a cura di Antonio Minncielli e Elisa Bragaglia

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