16 e 17 luglio

I Vescovi si impegnano sulle «Aree interne»

Un incontro per confrontarsi sulle aree nazionali spesso trascurate e in condizioni di difficoltà

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Il 16 e il 17 luglio a Benevento, si è riunito un gruppo di vescovi italiani per confrontarsi sulle aree interne del nostro Paese« Ci impegnamo.a restare» : questa la parola d’ordine che sintetizza la riflessione avviata dai vescovi su un tema che riguarda anche la diocesi petroniana, con i suoi vasti territori appenninici e le zone della bassa bolognese e ferrarese. I Vescovi hanno ripreso le parole indirizzate dal Papa nel gennaio scorso all’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali: « I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette Aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza». Spesso si tratta di zone estese e fragili, presenti da nord a sud in tutta Italia, che però custodiscono potenzialità straordinarie: mentre le città soffrono un indebolimento dei rapporti umani. 

Obiettivi che i vescovi hanno condiviso con l’associazione Nazionale dei Comuni Italiani, auspicando politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia”, con la convinzione anche che “un’idea seria di accoglienza può dare futuro alle Aree interne e anche al nostro Paese”.

È necessario superare l’ottica ristretta del campanile, per aprirci a forme nuove, capaci di valorizzare al meglio le risorse a nostra disposizione. Dai vescovi la viva e sincera gratitudine ai sacerdoti e agli operatori pastorali che con generosità lavorano nei territori interni affrontando non poche difficoltà: anche la formazione nei seminari dovrà tener conto di queste problematiche. “Ci impegniamo a restare!”, dicono i vescovi, e in tal senso si impegnano ad aiutare i giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove”.

 

 

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