Diario dalla Tanzania/4

Mapanda, la grande festa della chiesa

Immagini e cronaca della Dedicazione del nuovo edificio di culto

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È dunque arrivato a Mapanda il grande giorno della Dedicazione: la chiesa di San Giovanni Battista, viene consacrata in modo esclusivo alla gloria di Dio e alla santificazione dei credenti.
Nelle prime ore del mattino arrivano gli ultimi ospiti. Con i numerosi sacerdoti, alcuni dei quali originari di questo territorio, come padre Marko e padre Benjamin, il vescovo di Mafinga, mons. Vincent Mwagala, che presiederà la celebrazione. Da Iringa arrivano l’emerito mons. Tarcisis Ngalalekumtwa e il vescovo mons. Romanus Mihali, originario di Usokami. Concelebrerà con loro il Cardinale Matteo Zuppi che porta la gioia e la soddisfazione della Chiesa di Bologna, per il raggiungimento di questo traguardo, atteso da molti anni.

Scarica qui l’intervento integrale dell’Arcivescovo.

La celebrazione inizia all’ukumbi, il salone che fino al giorno prima era servito come Chiesa e la solenne processione si avvia all’ingresso principale della nuova Chiesa dove tutta l’assemblea, numerosissima, si raduna in attesa di entrare. Provengono da tutti i villaggi che compongono la parrocchia. Molti di loro hanno camminato per molte ore e sono arrivati anche la sera precedente. A nome di tutte le maestranze, tocca ad Aldo Barbieri di illustrare al vescovo e a tutti i presenti la struttura che si va ad inaugurare.

Poi l’ingresso solenne: il passaggio della porta d’ingresso non è un atto banale. La vera porta della salvezza è Cristo e ogni passaggio rinnova il desiderio di seguirlo e di appartenergli nell’essere Chiesa. Il coro prende finalmente posto nei suoi spazi.
Il rito della dedicazione, per certi aspetti richiama l’iniziazione cristiana: la Chiesa di pietra è immagine del Corpo della Chiesa, nel quale si accede attraverso i sacramenti del battesimo, della cresima e dell’Eucaristia.
Per questo viene benedetta l’acqua e la Chiesa riceve il suo battesimo per aspersione: le persone, i poli liturgici, i muri, l’interno e l’esterno.
Prima della proclamazione della Parola di Dio, il Vescovo ha voluto benedire coloro che abitualmente svolgono il servizio di lettori nelle messe della parrocchia. Un gesto che aiuta a comprendere l’importanza della proclamazione liturgica delle Scritture e il loro valore per la vita dei credenti.
Le letture sono quelle proprie del rito: dal libro di Neemia, la prima commovente rilettura comunitaria delle sacre Scritture dopo la cattività babilonese; l’apostolo Pietro che ricorda che i credenti sono le pietre vive dell’edificio di Dio; e il vangelo di Zaccheo, con quelle parole di Gesù che oggi prendono carne: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa”.
Il più anziano dei 4, il vescovo Tarcisius tiene l’omelia. Questo vecchio e saggio patriarca celebra la misericordia di Dio che accompagna nel tempo il cammino del suo popolo.
Le litanie dei santi, preparano al momento culminante. Dopo la solenne preghiera del vescovo, il gesto così nobile e sacro dell’unzione crismale. Il vescovo Vincent, con l’olio da lui stesso benedetto nella messa crismale, unge tutta la mensa dell’altare. Ciò che è consacrato appartiene a Dio e non avrà altro utilizzo se non la celebrazione del mistero pasquale. Il Cardinale Zuppi e il vescovo Romanus proseguono le unzioni nelle dodici colonne della Chiesa. La prima offerta dell’incenso, ricorda che la vocazione di tutti i battezzati è la comunione con Dio nella preghiera e nell’adorazione. Il vescovo Vincent stesso ci confessa la sua emozione.

Poi come un battezzato e cresimato, l’altare riceve la veste bianca delle sue tovaglie. Tutto è pronto per la prima celebrazione dell’Eucaristia. Ecco l’Agnello di Dio, colui che prende su di sé il peccato del mondo. Dopo la comunione, le specie eucaristiche vengono portate solennemente nel tabernacolo. Dio abiterà per sempre in questa casa nel segno santissimo del sacramento eucaristico. Qui risplende la luce in mezzo alle tenebre.
I sacerdoti della Parrocchia hanno voluto che questo giorno segnasse l’inizio della missione popolare. Sacerdoti, religiosi e laici ricevono dai vescovi il crocifisso con il mandato di annunciare la gioia di appartenere a Cristo in tutto il territorio della comunità. Andranno nei villaggi, visiteranno le famiglie, incontreranno giovani e anziani per annunciare loro la speranza cristiana. Sarà forse l’ultima grande iniziativa pastorale che vedrà impegnati i preti bolognesi in questa terra.
È il momento del ringraziamento. Un’arte tutta africana. Prendono la parola i vescovi e il Cardinale, tradotto in swahili da don Davide Marcheselli che fu primo parroco di Mapanda e che è attualmente missionario in Congo, dice tutta la gioia e l’attesa della Chiesa sorella di Bologna.
Questa casa, dice Zuppi, è frutto di una storia lunga 50 anni.

Il Vescovo Vincent Mwagala si commuove pensando a come la storia descritta da Zuppi abbia lambito anche le vite di quelli che sono qui oggi come vescovi.

Il rito ha impegnato gran parte della giornata e la Messa si è prolungata ancora nella gioia di condividere la mensa fraterna. Non è l’inizio della storia dell’amicizia tra Bologna e questa Chiesa locale, ma è l’inizio di un futuro ancora tutto da immaginare.

Andrea Caniato

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