Veglia pasquale

«Pasqua, guerra che finisce nella gioia della pace»

L'omelia dell'Arcivescovo

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L’omelia della Veglia Pasquale

Sabato sera in Cattedrale l’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione della Veglia di Pasqua con l’annuncio della Resurrezione e l’amministrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana ad alcuni catecumeni.

«Solo l’amore apre il futuro – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia -. Gesù non si è arreso, non ha salvato se stesso. Ha amato e ha vinto il male da Dio e da uomo: amando fino alla fine. Ecco la Pasqua. Gesù è Dio che vince il male suo e nostro e diventa il Tu cui rivolgerci, da amare per non fermarsi, per cui vale la pena uscire, perdere tutto perché troviamo tutto. Gesù ha vinto le sue paure e ci aiuta a vincere le nostre. Questa notte di luce nel buio ci fa scoprire come tutto acquista un nuovo significato, e che la vita diventa forte, fortissima se ci lasciamo accendere dal suo amore e lo comunichiamo subito, come abbiamo fatto con le candele».

«La Pasqua – ha proseguito il cardinale Zuppi in un altro passaggio – non toglie le realtà drammatiche! Le ferite drammatiche del Venerdì Santo, le tante croci di sofferenza e di vita spenta diventano amate pienamente, tanto da essere luce. È la forza della gloria di Dio che si sprigiona dalla Pasqua, che diventa compassione, cioè sofferenza e gioia insieme. Pasqua non è un palliativo per non pensare! Pasqua significa lacrime asciugate, sofferenza consolata, peccato perdonato, guerra che finisce nella gioia della pace».

Vedi qui il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo

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