Sabato 24 giugno , festa di San Giovanni Battista nel ricordo della sua nascita, la comunità di San Giovanni in Persiceto, alla presenza delle autorità cittadine, ha celebrato il suo patrono nella cornice della Collegiata, sede di un antico capitolo canonicale, con l’ottocentesca imponente facciata protesa sulla centralissima Piazza del Popolo.
Il rito della Messa è stato officiato dal Cardinale Zuppi accolto da una affollata assemblea di fedeli e dalle note del coro “I Ragazzi Cantori di San Giovanni, Leonida Paterlini” nel giorno del cinquantesimo anniversario di attività del coro liturgico, nato nel 1973 su impulso del parroco Mons. Sazzini.
Il coro è poi cresciuto in una disciplina di vita e di studio diretta ad affinare instancabilmente doti innate di canto registrando l’avvicendarsi delle generazioni. Molto vasto anche il repertorio comprendente oggi 170 autori e oltre 500 titoli nel segno dell’attuale direttore M°Marco Arlotti succeduto nel 2005 all’indimenticato Leonida Paterlini, il cui ricordo è stato fissato nel nome stesso della formazione.
Nell’omelia il Cardinale si è soffermato sulla figura di Giovanni, il “precursore”. Giovanni ci insegna soprattutto il senso dell’attesa di qualcuno che realizza la nostra speranza. Santa Teresa di Calcutta sul tema dell’attesa raccontava l’episodio di una persona desolatamente sola in mezzo agli oggetti di una vita e con la lampada spenta, rassegnata al vuoto esistenziale. Così la trovarono le sorelle Missionarie della Carità che nel tempo non mancarono di visitare e confortare assiduamente quella persona, non più sola, e con la lampada di nuovo accesa in loro attesa.
Elogiato, anche il coro per il bel traguardo raggiunto, per le armoniose note echeggiate nell’occasione e nell’arco del cinquantennale impegno volto ad impreziosire la liturgia ed elevare lo spirito. Il coro, sempre nelle parole del cardinale, si presta ad un accostamento analogico con la vita della comunità : ”…da soli non abbiamo prospettiva, siamo destinati a cercare gli altri per costruire qualcosa con loro”. “E’ proprio quello che accade in un coro -ha continuato in un passaggio dell’omelia – col suo essere formato da varie tonalità vocali, il coro è la rappresentazione dello sforzo di intonare la nostra voce con quella degli altri, costruendo una sinfonia“.
La voce è lo strumento per costruire la relazione, per incontrare l’altro e coltivare insieme la speranza e “non importa più di tanto se siamo un po’ stonati - ha proseguito – nel tempo possiamo migliorare e trovare la tonalità giusta con cui contribuire alla melodia del canto, cui tutti danno un contributo pur nei diversi talenti ,e lo stesso può dirsi per la costruzione della dimensione comunitaria”. Al termine della liturgia, dopo i ringraziamenti al Cardinale e i saluti, Marco Arlotti e i suoi coristi, attorniati da amici, hanno preso parte e sottolineato con un breve canto composto da Leonida Paterlini, alla cerimonia con il sindaco Pellegatti e membri della giunta comunale, di dedicazione di un giardino pubblico al maestro scomparso nel 2010.
A don Gianmario Fenu (egli stesso corista) e don Lino Civerra, parroco della Collegiata, il compito di benedire la targa commemorativa scoperta nell’occasione.
Fabio Poluzzi