Scalabrini e Zatti saranno Santi

La gioia di «Migrantes» Emilia Romagna

Il comunicato: «Legati tanto al nostro territorio, quanto al mondo della migrazione»

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L’Ufficio regionale della Fondazione, in seguito alla notizia della proclamazione dei due nuovi Santi, ha emesso un comunicato a firma del direttore mons. Juan Andrés Caniato

«L’annuncio della imminente Canonizzazione di due beati – dato da Papa Francesco al termine del Concistoro di sabato – è motivo di gioia speciale per la Migrantes dell’Emilia Romagna: entrambi i futuri santi – il vescovo Giovanni Battista Scalabrini e il laico salesiano Artemide Zatti – sono infatti legati tanto al nostro territorio, quanto al mondo della migrazione, nei decenni a cavallo tra il 19mo e il 20mo secolo».

E’ quanto si legge nel comunicato diffuso nei giorni scorsi dall’Ufficio emiliano-romagnolo di «Migrantes» e firmato dal direttore, mons. Juan Andrés Caniato.

«Il beato Scalabrini – prosegue il testo – fu vescovo di Piacenza dal 1876 al 1905, segnalato a Papa Pio IX da San Giovanni Bosco. Nei primi decenni post-unitari – molto complicati nel rapporto tra la Chiesa e il Regno d’Italia – Scalabrini fu infaticabile nelle ripetute visite pastorali al territorio e nella promozione di nuovi metodi di catechesi. Colpito dal numero crescente di italiani che lasciavano il territorio per emigrare oltreoceano, fondò due congregazione religiose, una maschile e una femminile, proprio per l’assistenza spirituale agli emigrati italiani, aiutandoli ad integrarsi nelle società che venivano a crearsi anche con il loro contributo, soprattutto nelle Americhe. Egli stesso compì due visite pastorali tra gli italiani nel Nord America e in Brasile e propose alla Santa Sede la creazione di quello che diventerà il Dicastero che avrà una attenzione speciale alla pastorale dei migranti e degli itineranti.

La storia di Artemide Zatti è invece proprio quella di un giovane, costretto dalla necessità a lasciare a 17 anni il suo paese di Boretto (RE), sulle rive del Po, e a emigrare in Argentina. Frequentando gli ambienti salesiani di Bahìa Blanca, decise di seguire le orme di don Bosco, ma contrasse la TBC prendendosi cura di un prete malato. Ottenuta la guarigione, decise di dedicare tutto se stesso alla cura degli infermi, giungendo ad amministrare da solo un intero ospedale, nel quale egli stesso operava come infermiere, prendendosi cura giorno e notte dei più bisognosi.

La Canonizzazione di Scalabrini e di Zatti ripropone all’attenzione di tutta la Chiesa il tema dell’accompagnamento pastorale dei migranti e riaccende una luce in particolare sul fenomeno sempre più evidente della emigrazione italiana: ad oggi si contano 5,6 milioni di italiani residenti all’estero (erano meno di 5 milioni solo nel 2016).

Scriveva Scalabrini nel 1899: «L’emigrazione può essere un bene o un male individuale o nazionale, a seconda del modo e delle condizioni in cui si compie, ma è quasi sempre una risorsa umana. È un diritto naturale, inalienabile».

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