Domenica 26

La Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni

Zuppi alla Veglia diocesana: «Il Signore ci invita a seguirlo per essere davvero noi stessi»

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L’Arcivescovo alla Veglia diocesana: «Il Signore ci invita a seguirlo per essere davvero noi stessi»

«Riflettere quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo»: in queste parole di Papa Francesco il senso della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni: nell’infinita varietà delle vocazioni si riflette una realtà decisamente non «monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova nonostante le sue miserie».

La Giornata si svolgerà in tutte le parrocchie domenica 30 aprile e, per l’occasione, tutte le comunità sono invitate a sensibilizzare i fedeli su questo tema.

Attorno a questa idea l’ufficio di pastorale vocazionale ha promosso mercoledì una lunga serata di animazione e di preghiera: nel tardo pomeriggio il sagrato della basilica di San Francesco si è animato di presenze diverse, che cercavano di testimoniare appunto la varietà dei doni che costituiscono nella chiesa le vocazioni alla vita cristiana.

Padre José Yanzon, era presente per rappresentare la comunità di vita apostolica Società San Giovanni, nata 25 anni fa in Argentina, di cui fa parte. «Ci dedichiamo a portare l’annuncio di Gesù – racconta – in particolare in ambito universitario e in quello delle persone bisognose in situazioni di disagio, come ai senzatetto e ai carcerati». Sara Dainesi, anche lei presente in piazza San Francesco, sottolinea l’importanza dell’evento: «È una serata per tutte le vocazioni non solo per i sacerdoti, ma anche per gli sposi, i fidanzati, i seminaristi, per chiunque sia alla ricerca del proprio progetto». «È la cosa più bella vedere come le vocazioni sono tante – concorda suor Chiara Cavazza e aggiunge – anzi forse anche più di quelle che noi vediamo nei classici stati di vita, sono davvero tante forme e tanti colori. E ciascuno di noi porta la sua specificità. È bello poter incontrare tante forme che esprimono la vocazione alla vita e alla pienezza di tutti».

Monsignor Marco Bonfiglioli, rettore del seminario di Bologna, ha approfondito il significato del tema: «È un magnifico poliedro. Tante vocazioni che vogliamo che rispendano oggi nella nostra piazza: da quella degli sposi, dei bambini, dei giovani, che risplendano con tutta la loro bellezza. Questa chiamata a esprimere meglio della nostra vita quello che il Signore ci ha messo nel cuore la chiamata da vivere come figli di Dio».

In serata si è tenuta la veglia di preghiera con una singolare apertura delle porte della basilica, un invito prima di tutto a riflettere attraverso le testimonianze di una coppia di fidanzati e di un religioso domenicano, testimonianze che cercavano di mostrare quel singolare annuncio di vita evangelica affidato a ognuna delle vocazioni, che sono a servizio le une delle altre. C’è una chiamata dell’intero corpo ecclesiale che è la missione di annunciare il Vangelo e portare a tutti la Salvezza che viene dal Signore, e c’è una vocazione personale di ciascuno dei suoi membri che rende carne e fa prendere corpo alla chiamata universale della Chiesa stessa. Il cardinale Zuppi durante l’omelia ha ricordato di «seguire il Signore. Il Signore, come diceva Frère Roger Schutz, non ti dice sii te stesso ma ti dice seguimi per essere te stesso. La nostra sicurezza non è aver trovato tutte le risposte ma aver trovato lui: la risposta. E seguire lui, ma verso dove? Verso gli altri. Unendo l’amore per noi e l’amore per il prossimo».

È seguita la veglia di preghiera durante la quale due giovani del Seminario di Bologna sono stati ammessi tra i candidati al diaconato e al presbiterato, compiendo il primo passo pubblico del loro cammino vocazionale. Gabriele Craboledda della parrocchia di San Gioacchino e Samiel Malake, della parrocchia di Chiesa Nuova, che si sono presentati la scorsa settimana su 12Porte. I due candidati, chiamati dal rettore del seminario, monsignor Marco Bonfiglioli, sono stati poi interrogati dall’Arcivescovo sulla loro volontà di portare a termine la loro preparazione per essere pronti ad assumere il ministero, che a suo tempo sarà loro conferito e sull’impegno alla formazione spirituale per divenire «fedeli ministro di Cristo e del suo corpo che è la Chiesa».

 

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