Gionata mondiale dei poveri

Zuppi: “Tendi la mano al povero” è l’invito rivolto a ciascuno e a tutta la Chiesa

L'arcivescovo ha presieduto una Messa in cattedrale

BOLOGNA – Nella Giornata mondiale dei poveri, domenica 15 novembre, l’arcivescovo ha presieduto una Messa nella cattedrale di Bologna. “Tendi la tua mano al povero” (Sir 7,32) è il tema di questa quarta edizione della Giornata, voluta da papa Francesco insieme a quella della Parola.

«“Tendi la mano al povero”  – ha detto l’arcivescovo nell’omelia – è l’invito rivolto a ciascuno e a tutta la Chiesa in questa quarta domenica dei poveri voluta da Papa Francesco per ricordarci di amarli tutti i giorni e che essi sono nostri, loro che non sono di nessuno tanto che non si prende la loro protezione, anzi viene scaricata sempre su altri.Metterli al centro della nostra celebrazione ci aiuta a capire che se amiamo Dio dobbiamo amare il prossimo, ad iniziare da chi è povero. Gesù si identifica con loro, tanto da dire che qualunque cosa faremo ad uno di loro l’abbiamo fatta a Lui».

«Oggi non posso dimenticare – ha detto ancora il cardinale nell’omelia – il grido straziante e sconsolato – proprio quello di Rachele dopo la strage degli innocenti –  di una mamma che invoca: “Help! I loose my baby, I loose my baby”, dopo avere atteso per ore qualcuno che li salvasse in mezzo all’enormità del mare, dopo che il barcone di fortuna aveva naufragato. “Non lasciatemi solo”, è il grido di tanti anziani naufraghi nella fragilità, ospiti nelle residenze dove in queste settimane si registra di nuovo un doppio doloroso isolamento. Siamo sulla stessa barca. Gesù è lì con loro. Aiutiamolo. Aiutamoli».

Il vicario episcopale per la carità, don Massimo Ruggiano, ha invitato i sacerdoti a ospitare, prima delle Messe nelle loro parrocchie, una testimonianza sull’esperienza della Caritas diocesana «Il tè delle tre». Si tratta di una iniziativa che ha coinvolto le persone che si rivolgono al Centro d’ascolto, i volontari e gli operatori, in un momento di condivisione senza distinzioni di ruoli, senza giudizio, ma semplicemente ascoltando la narrazione di vissuti, storie. L’ascolto e la condivisione sono il cuore di questi incontri, perché aiutano a rileggere il passato attraverso il racconto di altre persone che hanno vissuto lo stesso problema, la stessa difficoltà, la stessa paura. I parroci che non hanno conoscenza di questa iniziativa sono invitati comunque a ospitare una testimonianza di chi ha trovato accoglienza nelle varie realtà caritative presenti nelle comunità.

«L’attenzione al povero e a quella di Dio nella preghiera vanno a braccetto e non si possono disgiungere – ha scritto su Bologna 7 del 15 novembre don Massimo Ruggiano, vicario episcopale per la Carità – ci conducono entrambe fuori da noi stessi per incontrare il fratello e si illuminano a vicenda. Il grido del povero è difficile da ascoltare per questo la preghiera ci viene in soccorso per imparare a guardare il fratello debole come lo vede Dio perchè Egli volge lo stesso sguardo a noi».

Qui il testo integrale dell’omelia

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