Venerdì Santo

Zuppi: «Guardiamo il crocifisso, nostra speranza»

La liturgia della Passione presieduta dall'Arcivescovo in Cattedrale

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Venerdì pomeriggio in Cattedrale l’arcivescovo ha presieduto la Liturgia della Passione. «Non si resta indifferenti davanti alla Croce – ha detto nell’omelia –. Non è un discorso, una interpretazione: ci aiuta a sentire amata la nostra croce e quelle del prossimo. Ogni croce ci interroga. Fermiamoci davanti alla croce che ci fa alzare lo sguardo davanti alla nostra salvezza. Riconosciamo nel volto di Gesù quello dei tanti crocifissi dall’ingiustizia del mondo».

«Gesù – ha aggiunto il cardinale Zuppi – sperimenta tutte le delusioni. Dove è finita l’umanità in un mondo segnato dalla violenza che coltiva la pericolosa illusione di combattere il male con il male? Dove è finito il cuore se ci abituiamo all’ingiustizia, al male che distrugge la vita di bambini, che colpisce inermi? La speranza di Cristo affronta tutte le delusioni e le riempie con il suo amore. Gesù ha dato la sua vita per liberarci dalla paura di donare la nostra vita».

«C’è un giudizio della croce, è un giudizio di salvezza che guarda il cuore – ha spiegato infine – Viene dall’amore che ci raggiunge e che ci fa ritrovare l’amore. Abbiamo tanto bisogno del giudizio della croce. Solo nell’amore capiamo chi siamo e quella croce ci aiuta a capire la nostra vita, a ritrovare il cuore e a seguirlo.Abbiamo tanto bisogno del giudizio della croce, per cambiare, per rendere nuovo ciò che è vecchio. Il padre vuole solo abbracciarci e liberarci da quello che ci tiene lontani dal suo amore. Un amore grande che perdona ogni tradimento e che non delude. Possiamo essere risanati. Il vero rinnovamento viene dal potere dell’amore del crocifisso. Guardiamo al crocifisso, cerchiamolo quando siamo nella prova. Il crocifisso ci fa trovare il coraggio di continuare a camminare, la consolazione di essere suoi».

Alla celebrazione hanno partecipato centinaia di fedeli. L’animazione della liturgia è stata affidata al Coro della Cattedrale. Nelle prime fila erano presenti i Cavalieri del Santo Sepolcro e dell’Ordine di Malta.

Scarica qui il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo

 

 

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