Il ritiro del clero per la dedicazione della Cattedrale

La relazione dimensione costitutiva

L'Arcivescovo invita con forza a camminare insieme

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Tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale”: lo insegna autorevolmente la costituzione conciliare sulla Liturgia, la quale afferma anche che “c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri”.

È il motivo per cui il presbiterio bolognese attribuisce grande importanza alla festa annuale della Cattedrale, riunendosi in preghiera nel giovedì più vicino al giorno liturgico della dedicazione, il 23 ottobre.

L’incontro si è aperto con una riflessione offerta da padre Etienne Vetö, docente alla Gregoriana e direttore del Centro Card. Bea per gli studi giudaici. Le grandi questioni antropologiche offerte dalla cultura attuale, ha affermato padre Vetö, mettono fortemente in rilievo l’importanza delle relazioni interpersonali ed è facile vedere come nella sapienza biblica sono proprio le relazioni a offrire la chiave di comprensione di se stessi e degli altri, a partire dalla relazione uomo-donna, che mette in evidenza la domanda strutturale di un completamento dell’individuo.

Aprendo la celebrazione eucaristica, l’Arcivescovo ha voluto segnalare per la preghiera comune i sacerdoti ammalati, i nostri missionari, in particolare don Davide Marcheselli che si trova nel Kivu, regione con una delle situazioni più difficili nel mondo. La presenza di don Mykaylo ci ricorda il continuo impegno a pregare per l’Ucraina e per la fine della violenza. Presente anche padre Kidane, cappellano della comunità eritrea cattolica, che ci ricorda la complicata realtà del Tigray e della stessa Eritrea.

Tutte situazioni, ha detto il Cardinale, da portare nel cuore.

Oggi ricordo con gratitudine che è anche la data del mio battesimo. L’ho scoperto con un po’ di fatica qualche tempo fa perché non trovavano più il certificato. Sono stato battezzato a San Pietro e non trovavano più il certificato. È un morivo in più per rendere lode a Dio, alla Provvidenza di Dio che mi ha unito a questa chiesa. Doniamo la vita volentieri non per sacrificio, senza interessi personali perché qui la regola è quella del padre: tutto ciò che è mio è tuo   

La cattedrale – ha proseguito l’Arcivescovo – ci aiuta a ritrovare il passo per camminare insieme a tutta la Chiesa, prima di tutto con la Chiesa di Roma, la Chiesa di Pietro, del quale porta il titolo, e con essa tutte le chiese sparse da oriente ad occidente, popolo che il Signore non smette di radunare.

Ma la cattedrale ci aiuta a ritrovare il passo per camminare insieme a tutte le chiese di Bologna e anche all’interno delle varie chiese di Bologna, nelle sue tante e tutte importanti articolazioni.

Dovremo trovare i modi per camminare tutti insieme: i ministeri istituiti, le diverse articolazioni e responsabilità. Le soluzioni che troveremo daranno forma. Non in laboratorio ma nella vita, perché dopo tanta sperimentazione possiamo, e direi un po’ anche dobbiamo, costruire realtà stabili e accoglienti. Penso, per esempio, alle zone pastorali.

Il Cardinale ha voluto ricordare il recente anniversario dei sessant’anni dall’apertura del Concilio: “è una data che non vorrei passasse in maniera automatica, – ha detto – perché siamo chiamati a ritornare alle sue fonti e a viverle, costruendo attraverso la sinodalità la sua applicazione”.

“Superiamo le polarizzazioni, – ha detto ancora, citando Papa Francesco – custodiamo e costruiamo la comunione, diventando sempre più una cosa sola, come Gesù ha implorato prima di dare la vita per noi.

L’omelia è disponibile integralmente sul canale YouTube di 12Porte 

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