Ceer

La richiesta di ripristino della presenza dei familiari accanto agli anziani ricoverati

La Consulta regionale della Pastorale della Salute Ceer ha inviato una lettera al Presidente della Regione. La risposta dell'assessore Donini

La Consulta regionale della Pastorale della Salute Ceer ha inviato una lettera al Presidente della Regione

Questo il testo del Comunicato stampa

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, presieduta dal Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, ha reso noto che la Consulta regionale della Pastorale della Salute Ceer, presieduta da Mons. Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina e Delegato regionale Ceer per la Pastorale della Salute, nei giorni scorsi ha inviato una lettera al Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, all’Assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, e per conoscenza al Difensore Civico, Carlotta Marù,  affinchè venga rapidamente consentita la presenza dei familiari accanto agli anziani e agli ammalati ricoverati negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie di ricovero, nel rispetto del contesto sanitario attuale e della normativa vigente.

«Riteniamo che attualmente sia necessario ripensare alla realtà dei ricoveri negli ospedali della regione Emilia-Romagna, aggravata dalla pandemia da Covid-19, in particolare per quanto riguarda la dimensione terapeutica dell’incontro umano, che comprende i legami naturali» si legge nella lettera firmata dal Vescovo Regattieri e dal Direttore dell’Ufficio Regionale di Pastorale della Salute, Dante Zini. Il testo è stato elaborato durante la riunione della Consulta regionale della Pastorale della Salute svoltasi recentemente e alla quale hanno partecipato i Delegati delle Diocesi dell’Emilia-Romagna.

«La presenza del familiare – prosegue la lettera – deve essere considerata parte fondamentale della cura del malato, specie se fragile o non autosufficiente. Se poi il malato ha anche bisogno di supporto per le esigenze della vita quotidiana, è allettato, ha disturbi cognitivi e comunicativi, la presenza costante di un familiare, o di chi per esso, deve ritenersi indispensabile ed essere garantita, pena il decadimento globale e l’aggravamento delle condizioni generali del malato, specie se anziano». Nel testo, inoltre, la Consulta evidenzia che «il Servizio Sanitario Regionale pubblico della Regione Emilia-Romagna, pur con i suoi elevati indici di efficienza ed efficacia, rischia di venire percepito in maniera negativa» e che, vista la delicata situazione sanitaria, «il problema è più urgente in questo momento e si aggraverà, come è facilmente prevedibile, nei prossimi mesi in concomitanza con i turni di ferie estivi del personale». Si chiede, pertanto, che «venga riconosciuto come diritto inalienabile per tutte le persone non autosufficienti quello di poter godere dell’assistenza non sanitaria da parte dei parenti». Nel testo, poi, si interpella la Regione affinchè «favorisca una svolta culturale, che comprenda in maniera sostanziale la cura della dimensione relazionale e di quella spirituale come componenti costitutive dell’assistenza» e che, a tal fine, si adottino «opportune indicazioni ufficiali, da parte della Regione, sull’importanza di tali componenti della cura e dell’accesso dei parenti al letto dei malati» anche per favorire comportamenti omogenei, sollevare da responsabilità le singole Direzioni sanitarie ospedaliere e dare fondamento giuridico alle decisioni organizzative. La Consulta, inoltre, comunica la disponibilità delle Diocesi e dei cappellani ospedalieri a collaborare con le Aziende Sanitarie, gli operatori della Sanità e tutte le Associazioni al fine di contribuire a migliorare questi aspetti negli ospedali e in tutte le strutture socio-sanitarie di ricovero.

 

La risposta della Regione

In risposta Raffaele Donini, assessore regionale  alle politiche per la salute, ha dichiarato: «Condividiamo senz’altro l’appello perché siamo assolutamente convinti e consapevoli dell’importanza di poter avere accanto i familiari e gli affetti più cari di quanti sono ricoverati negli ospedali o sono degenti nelle strutture sociosanitarie. Per questo le decisioni regionali assunte nelle ultime settimane vanno proprio in questa direzione. In particolare, un atto assunto nei giorni scorsi, per quanto riguarda l’ambito ospedaliero, prevede il pieno accesso dei familiari nei reparti non Covid, regolamentato da comportamenti che assicurino la sicurezza sanitaria. E, anche per i reparti Covid, le direzioni sanitarie sono tenute a individuare modalità che permettano le visite e la permanenza di fianco ai propri cari».

Analogamente anche nelle strutture sociosanitarie si è andati nella stessa direzione. «È per noi estremamente apprezzabile – chiude Donini- la disponibilità manifestata dalle Diocesi e dai cappellani ospedalieri a collaborare con le aziende sanitarie, gli operatori della sanità e tutte le associazioni».

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