Le parole dell'arcivescovo nell'omelia della Messa del 9 maggio

L’Europa “cristiana” di Schumann e il ricordo delle vittime del terrorismo

Il cardinale ha ricordato lo spirito che deve animare la comunità e la necessità di trovare la verità dei tragici fatti

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BOLOGNA – Sabato 9 maggio durante la Messa delle 7.30 nel monastero del Corpus Domini l’Arcivescovo si è unito, nel giorno in cui ricordava l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale, alla Comunità delle Clarisse nella festa di Santa Caterina secondo il calendario francescano, ha pregato per l’Europa nella ricorrenza della Festa dell’Europa e del 70° anniversario della Dichiarazione Schumann e anche per tutte le vittime del terrorismo in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo.

«.Oggi è la giornata dell’Europa – ha ricordato il cardinale -. Il Vangelo serve il sogno di unire, di superare le frontiere e fu proprio, non a caso, un mistico cristiano, laico, Robert Schumann, a chiedere il 9 maggio 1950, la creazione di una Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionata ai pericoli che la minacciano”, e i pericoli sono sempre presenti. Allora erano evidenti, usciti dalle macerie della guerra. Ma non lo è anche oggi e non ci sono tante macerie da ricostruire?>. <E’ cristiano combattere il male con il perdono e l’amore – ha continuato l’arcivescovo – per cui interrompere la catena di odio e vendetta che ha portato alla violenza e a due guerre mondiali. Viveva il vangelo che insegna ad amare il nemico, ma a combattere il male, il divisore che impedisce il dialogo. “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Le istituzioni europee “sarebbero un corpo senza anima se non fossero animate da uno spirito di fraternità fondato su una concezione cristiana di libertà e di dignità della persona umana”, scriverà nel 1953>. <Per questo – ha detto ancora – mi sembra importante rileggere oggi l’invito di Papa Francesco: “Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Europa è potuta risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha permesso di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne, che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’intera famiglia e si sostengano a vicenda».

Nel corso dell’omelia l’arcivescovo ha poi ricordato le vittime del terrorismo: <Ricordare significa anche non rassegnarsi mai nella ricerca della verità”: quante opacità, ritardi, a volte di chi doveva garantirla, spingono a non dimenticare e a compiere tutti gli sforzi per onorare le vittime. Non dobbiamo mai accettare come normale il terreno di cultura del terrorismo, vigliacco e folle, che arriva a colpire innocenti, bestemmiando la propria fede o i propri ideali, frutto di menti intossicati da intossicatori spesso nel web ma anche sui giornali che incitano alla violenza con il linguaggio, tanto che si cancellano i sentimenti più umani. Quante complicità da sconfiggere, che si nascondono nell’indifferenza, nell’odio, nella corruzione, nell’arte di cercare i nemici e non il nemico che è il male, di dire le cose che convengono e non quelle vere, che spiegano e servono.>

Scarica l’omelia completa del cardinale

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