IN DIOCESI – L’ufficialità della notizia è giunta oggi dalla Santa Sede alle 12, come di consueto: papa Francesco ha posto la firma finale all’inter canonico per la beatificazione di padre Olinto Marella.
Ora si attende di conoscere la data nella quale “la coscienza di Bologna” entrerà ufficialmente nel novero dei Beati della Chiesa cattolica. La cerimonia si terrà con tutta probabilità a Bologna, e sarà celebrata – insieme con l’arcivescovo Matteo Zuppi – dal cardinale Giuseppe Angelo Becciu che presiede la Congregazione per le Cause dei Santi.
Oliato Marella nacque sull’isola di Pellestrina, nella provincia di Venezia e nella diocesi di Chioggia, il 14 giugno 1882. Secondo di quattro figli, lasciò la famiglia per dedicarsi agli studi romani che lo porteranno all’ordinazione sacerdotale il 17 dicembre 1904. Durante gli studi fu compagno di classe di un altro santo veneto particolarmente amato, il papa Giovanni XXIII.
Non passarono molti anni quando, in piena lotta “anti-modernista”, anche don Marella fu vittima di accuse che lo volevano parte o – quanto meno – simpatizzante di quel movimento intellettuale considerato eccessivamente progressista e addirittura eretico dalla Chiesa ufficiale. Proprio di quegli anni ha recentemente parlato un convegno, tenutosi nell’aula dello “Stabat Mater” dell’Archiginnasio e ripreso in integrale dalle telecamere del settimanale televisivo diocesano, 12Porte.
Trasferitosi a Bologna nel 1924, Marella fu docente presso i Licei “Galvani” e “Minghetti”. Fu l’allora arcivescovo di Bologna, cardinale Nasalli Rocca, a revocargli la scomunica il successivo 2 febbraio 1925. Dalla sua carità cristiana e dalla sua intuizione, scaturirono negli anni successivi le opere delle “Piccolo operaie” e della “Città dei ragazzi”. Per finanziarle Marella non esitò a farsi mendicante, sedendo instancabilmente all’angolo fra le vie Drapperie e Caprarie e quindi nel cuore di una città all’epoca in pieno sviluppo economico.
Dall’attività di don Olinto, che spirò il 6 settembre 1969, nacque l’Opera che oggi porta il suo nome e che prosegue la missione di apostolato iniziata da Marella.