«Dare voce a chi non ha voce.». Anche 44 anni dopo. Questo è l’obiettivo dei tanti che cercano di fare bene il mestiere del giornalista .
E questo è quello che, ormai da molti anni, si prefigge l’Ucsi Emilia- Romagna con la commemorazione del 18 aprile alla lapide che ricorda la preghiera di san Giovanni Paolo II, nel 1982, per le vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Come ogni anno, il presidente dell’Ucsi Emilia- Romagna Francesco Zanotti, il consigliere Roberto Zalambani, che da anni organizza l’appuntamento, il Consiglio direttivo dell’associazione, un rappresentante dell‘associazione Familiari Vittime della strage del 2 agosto e un rappresentante di Fs e delle Forze dell’ordine si sono dati appuntamento in Stazione Centrale a Bologna. Ci si è trovati per un momento di preghiera nella Cappella e l’omaggio alla lapide voluta dall’Ucsi per ricordare la preghiera dell’allora Pontefice e poi, nella Sala d’aspetto, a quella che ricorda i nomi di tutte le vittime della strage.
Quest’anno a guidare la preghiera è stato l’assistente spirituale dell’Ucsi Emilia- Romagna, don Marco Baroncini.
«È un’occasione per non dimenticare – ha detto al termine del momento di preghiera Zanotti -. E per dare voce. È una scelta: ogni giorno, nel nostro lavoro decidiamo a cosa e a chi dar voce. L’appuntamento di oggi per noi dell’Ucsi è un impegno da coltivare. Per dire che dalla morte può ripartire la vita. Abbiamo il dovere di non dimenticare».
L’Ucsi Emilia-Romagna ha avuto un ruolo anche nell’opera di restauro della Cappella della Stazione, ha ricordato don Baroncini: «Un’opera, questa, che è una lapide più grande di quella che c’è in Stazione. Sopra alla Stazione c’è un Santuario e una notte incontrai una persona che si era messa a dormire lì. Mi raccontò la sua storia: era un sopravvissuto alla strage del Rapido 904 del 1984. Anni dopo, perse la moglie e i figli in un grave incidente. E decise di tornare qui, nel luogo dove scampò alla morte. Qui cercava protezione. Ecco, credo che luoghi come questi possano essere anche luoghi dai quali ripartire e riaprirci alla vita».
«Questa vostra partecipazione è molto importante per la memoria – ha aggiungo Anna Pirzzirani, vice presidente dell’associazione Familiari Vittime della strage del 2 agosto -. Il nostro dolore è stato attenuato dalla memoria. Non si può mettere una pietra sopra il dolore. E questo è un modo per tenere viva la memoria. Per noi è molto importante».
Nel corso della mattinata il piccolo corteo si è fermato per una preghiera davanti al monumento a Silver Sirotti, il capotreno morto nella strage dell’Italicus.
Daniela Verlicchi – Il Risveglio, edizione ravennate del Corriere Cesenate