Un aiuto a chi dorme in strada

Piano freddo

In campo anche la Caritas e 6 parrocchie

BOLOGNA – Accogliere per la notte nei mesi più freddi dell’anno, le persone che per diversi motivi sono costrette a vivere abitualmente in strada: è lo scopo del «Piano freddo» del Comune di Bologna, attivo dallo scorso 1 dicembre, attuato da Asp Città di Bologna, in collaborazione con il Consorzio «L’Arcolaio» e al quale anche la Caritas diocesana concorre attivamente, da quasi dieci anni (2011), tramite un gruppo di parrocchie, che quest’anno sono sei.

Complessivamente quest’anno sono disponibili 281 posti suddivisi in 13 strutture, tra quelle del Comune e quelle delle parrocchie; le parrocchie coinvolte, che accoglieranno 30 persone fino al 31 marzo (e alle quali saranno devolute anche le offerte giunte alla Caritas dall’«Avvento di Fraternità» che si svolge oggi) sono: San Bartolomeo della Beverara (4 posti), Sant’Antonio da Padova alla Dozza (la prima parrocchia che ha aderito al Piano, 10 posti più 2 per allerte freddo), Bondanello, nell’Unità pastorale di Castelmaggiore (6 posti), Santa Rita (3 posti), San Girolamo dell’Arcoveggio (2 posti) e San Donnino (3 posti). Per informazioni: Caritas diocesana, tel. 051221296.

All’accoglienza si affiancheranno altri servizi, come distribuzione, a chi vive in strada, di coperte, sacchi a pelo, bevande calde e generi di conforto; e naturalmente l’offerta di pasti nelle strutture che partecipano al Piano (solitamente cena e colazione). A questo proposito, tutti coloro che desiderano donare coperte invernali, piumoni o sacchi a pelo, possono portarli al Centro servizi Asp «Giacomo Lercaro» in via Bertocchi 12, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.
«Attraverso questa accoglienza diffusa – spiegano i responsabili della Caritas – si può offriere alle persone, oltre al calore materiale, quello della compagnia, dell’amicizia, di un contatto umano che per alcuni di loro diviene occasione di iniziare un percorso, per uscire dalla loro condizione i disagio e di emarginazione. Anche per coloro che collaborano a questa accoglienza, i volontari, che sono alcune centinaia, è un’esperienza molto bella».

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