Nell'80º dell'eccidio

Un nuovo memoriale per il Beato Fornasini

La benedizione dell'Arcivescovo alla presenza delle autorità civili, militari e religiose

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La cerimonia di inaugurazione si è svolta il 13 ottobre presso il cimitero di San Martino di Caprara

Non solo un monumento, ma percorso, luogo di preghiera, opera che toglie dall’oblio quello che avevano cercato di nascondere, segno di riscatto, pacificazione e formazione per le future generazioni. È l’installazione inaugurata domenica scorsa, presso il cimitero di San Martino di Caprara a Monte Sole, che conduce e celebra il luogo del ritrovamento del cadavere del beato don Giovanni Fornasini, ucciso il 13 ottobre di ottant’anni fa nel 1944, e lì ritrovato alla fine di aprile del 1945. La sua storia, della sua generosa e caritatevole vita, della sua ingiusta e tragica morte nel contesto degli eccidi di Monte Sole, è raccontata tramite un percorso dinamico tutt’attorno le mura del Cimitero di San Martino.

Ogni oggetto ha un suo significato che contribuisce, insieme alle altre opere, a dare una visione globale della vicenda di don Giovanni. Il percorso richiede movimento, dalla strada di accesso al Cimitero sino al retro dove è stato rinvenuto il suo corpo senza vita. Si alternano foto, sagome del beato con la sua gente, l’ambone, archi e la riproduzione di alcuni oggetti che portava con sé anche durante l’ultima missione: il rosario, il libro delle preghiere per i defunti, l’aspersorio, i suoi caratteristici occhiali. Alla fine dell’itinerario è stato pensato uno spazio dedicato al silenzio e alla preghiera, al raccoglimento e alla riflessione personale o comunitaria su quanto si è potuto apprezzare nel percorso. «Impariamo a vedere il mondo con gli occhiali di don Giovanni» sono le parole dell’arcivescovo che hanno voluto guidare la realizzazione di questo memoriale che raccoglie al suo interno anche due precedenti installazioni: la prima è il cippo sulla strada costruito dal «postino» di Monte Sole e il secondo la lapide voluta da don Dario Zanini che ricorda il luogo preciso del ritrovamento del corpo sul retro del cimitero.

Domenica 13 ottobre numerosi fedeli hanno preso parte alla benedizione del cardinale Zuppi alla presenza delle autorità civili e militari, del sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi, del parroco don Gianluca Busi, del vicario generale monsignor Stefano Ottani, dei parenti di don Fornasini, dei familiari delle vittime e della Piccola Famiglia dell’Annunziata. Un momento importante all’interno delle celebrazioni dell’ottantesimo anniversario delle stragi. «Questi segni così essenziali – ha detto l’Arcivescovo nella sua riflessione – sono strettamente legati alla sua vita e sono così eloquenti che aiuteranno a far sì che questo sia un luogo di pensieri gravi. Perché carichi di domande: quelle vere, quelle della vita, quelle che ci fanno entrare nella storia e capire i segni dei tempi. Quelle domande che ci portano all’ospedale da campo a cui è ridotto il mondo. Gli occhiali di don Giovanni ci aiutano a vedere come vedeva lui».

Aldo Barbieri, che ha progettato l’opera, ha spiegato ai presenti l’itinerario storico, artistico e spirituale che ha guidato la realizzazione. «Questo memoriale – ha affermato don Angelo Baldassarri, responsabile diocesano per le Celebrazioni dell’80° anniversario di Monte Sole – c’è la croce dove a lui ha guardato fino in fondo perché fino all’ultimo disse: “Io scelgo non quello che mi mette al sicuro ma di fare quello che Gesù, penso, oggi avrebbe fatto al mio posto”. Per questo ha scelto di venire qui, ha dato la vita e rimane un riferimento per tutti noi. Questo luogo di accoglienza che è stato preparato sarà luogo di preghiera, riflessione e ascolto». La sindaca di Marzabotto ha ricordato come quest’opera si inserisce armoniosamente all’interno dell’ampio memoriale di Monte Sole.

«Abbiamo voluto proseguire – ha spiegato monsignor Giovanni Silvagni, ideatore dell’opera insieme a suor Cristina Ghitti e Aldo Barbieri – quanto avevano già iniziato don Ilario Macchiavelli che ha cercato, con la sua arte e i suoi memoriali, di raccogliere la memoria e di costellare Monte Sole con pietre che ricordassero i fatti e le persone nei luoghi della loro uccisone. Perché nessun fatto, anche il più piccolo, andasse perduto. Come ci ricorda il Salmo 33: “Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore. Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato. La malizia uccide l’empio e chi odia il giusto sarà punito. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, chi in lui si rifugia non sarà condannato”». L’installazione è stata possibile grazie al contributo della Federazione delle Banche di credito cooperativo dell’Emilia-Romagna e con il supporto di don Angelo Baldassarri e monsignor Fiorenzo Facchini come referenti storico culturali. Il progetto è stato promosso dalla Chiesa di Bologna e dal suo arcivescovo. Domenica mattina, nella festa del beato don Giovanni Fornasini, monsignor Stefano Ottani, vicario generale della diocesi, ha celebrato la Messa nella chiesa parrocchiale di Marzabotto dove è custodita l’urna con i resti di don Fornasini. Nell’omelia ha ricordato come la sua opera instancabile a difesa di tutti gli oppressi nascesse prima di tutto dalla preghiera, dalla contemplazione e dall’ascolto.

Luca Tentori

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