Comunità di Sant'Egidio

Una veglia in ricordo dell’ultimo naufragio in Libia

La preghiera nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano con un messaggio dell'arcivescovo

Mercoledì 28 Aprile la Comunità di Sant’Egidio ha promosso nella Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano  una veglia di preghiera  in memoria delle vittime dell’ultimo naufragio davanti alle coste della Libia delle scorso 23 aprile.


«Ecco, quello che è successo, di fatto: non si è risposto ad un SOS – ha scritto l’arcivescovo in un messaggio inviato per il momento di preghiera -. Quei poveri corpi sono una grande accusa per tutti di omissione di soccorso. Se non si salva si uccide. Tutti sapevamo. La vera lotta agli scafisti e agli interessi che questi sfruttano sono interventi decisi per salvare la vita, garantire condizioni di vita umane in Libia, aiutare la possibilità di restare nei propri paesi e non diventare profughi con una cooperazione che sia degna di questo nome ed infine indicare la strada dei corridoi umanitari, la cui esperienza è ormai decennale ed indica percorsi controllati e sicuri».

Vedi qui il testo completo del messaggio

«Di fronte a questa ennesima strage del mare – hanno scritto i responsabili della Comunità sulla loro pagina Facebook – sentiamo il dovere di levare la nostra voce e la nostra preghiera perché il nostro continente non si macchi di colpevole indifferenza ma sia fedele ai suoi valori di umanità e di difesa dei diritti. Sant’Egidio chiede alle autorità di governo dei singoli Stati europei e a quelle comunitarie di riattivare con urgenza una rete di salvataggio in mare, rapida ed efficiente, così come lo impone il diritto internazionale per non dover rispondere in futuro, oltre che alla propria coscienza, anche a reati di omissione di soccorso. Per quanto riguarda la Libia e i suoi centri di detenzione, occorre inoltre aprire con urgenza corridoi umanitari verso i paesi europei, con un modello che Sant’Egidio, insieme ad altre realtà come le Chiese protestanti e la Cei, ha già realizzato negli ultimi cinque anni, con buoni risultati riguardo non solo l’accoglienza ma anche l’integrazione».

Anche sabato 24 aprile, nella basilica di Santa Maria della Vita, l’arcivescovo era intervenuto sulla tragedia del 23 aprile al largo della Libia, durante l’omelia della Messa.

condividi su