ascensione del Signore

Bologna, Cattedrale

“È salito al cielo, siede alla destra del Padre”. Ogni domenica proclamiamo nel Credo questo punto fondamentale della nostra fede. Ma perché non siano solo parole ripetute e stanche, senza vibrazioni nel nostro mondo interiore e senza seguito nella mentalità, nelle attese, nella vita, la Chiesa oggi, come ogni anno, propone alla nostra contemplazione la realtà dell’ascensione del Signore; una realtà che è centrale nella storia della salvezza e anzi nella storia umana, sicché non deve mai sbiadire nella nostra coscienza di credenti e di uomini pensosi del loro destino.

Come sempre, abbiamo la fortuna di celebrare questa festa eminente dell’anno cristiano e di meditare su questo mistero di luce sotto lo sguardo e in compagnia della Vergine Santissima, presente in mezzo a noi nella dolce effigie della Madonna di San Luca: a lei perciò chiederemo di farsi maestra e guida nel nostro itinerario di elevazione.

Oggi pomeriggio la Signora di Bologna a conclusione della sua visita risalirà al suo colle, il quale così ci richiamerà quasi scenicamente il monte donde il Figlio suo crocifisso e risorto “fu elevato in alto” ( CF At 1,9) ed è tornato al Padre.

Come abbiamo ascoltato dalla testimonianza degli Atti degli Apostoli, nello spazio di ben quaranta giorni Gesù era apparso ai suoi, per renderli sempre più convinti della sua vittoria sulla morte e della sua vita nuova: “Si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione con molte prove” (CF At 1,3).

Gesù è risorto e vivo: tutto il cristianesimo poggia su questo fatto. Chi smarrisce la certezza che Gesù oggi è vivo nel senso più rigoroso e pieno del termine, perde totalmente la sua connotazione di cristiano quale che sia la sua condivisione del contenuto di solidarietà e di consolazione del messaggio evangelico.

Ma che Gesù sia davvero vivo, è un’affermazione così stupefacente, così ardua, così offuscata dalla vistosità chiassosa delle cose del mondo che ci nascondono la visione del Risorto, che se ogni giorno non la si ravviva e non la si rende esplicita nella nostra consapevolezza, alla fine è come se non ci si credesse più.

Così si spiega che possano sorgere anche tra i battezzati molte ambiguità e le più incredibili confusioni, fino a pensare che il Signore Gesù sia assimilabile agli altri fondatori di religioni e sia uno dei molti pensatori che ogni tanto compaiono nella vicenda umana.

Il Figlio unico di Maria – che è anche l’Unigenito eterno del Padre – è invece un caso assolutamente singolare e imparagonabile, anche solo perché lui soltanto si presenta come colui che, essendo morto dissanguato sul Golgota, in questo momento è veramente, realmente corporalmente vivo.

Nei quaranta giorni in cui il Risorto si intrattiene coi suoi discepoli, discorre con loro soprattutto di un argomento: “Si mostrò ad essi vivo…. apparendo loro e parlando del Regno di Dio” (CF At 1,3). Evidentemente è il tema che più gli sta a cuore.

Proprio su questo tema oggi la Madonna ci esorta così: “Non dimenticatevi del Regno come non l’ho mai dimenticato io dall’ora benedetta dell’annunciazione, quando ho ascoltato dall’angelo le parole profetiche: ” Il suo Regno non avrà mai fine” (CF LC 1,33) ; parole, del resto – ci dice la Vergine – che anche voi ripetete sempre nel Credo”.

Il Regno di Dio ormai è il Regno di Cristo.

La festa dell’ascensione è la festa della sua intronizzazione a Signore dell’universo: questo è il significato dell’affermazione un po’ misteriosa che riempie di sé tutte le pagine del Nuovo Testamento: “Siete alla destra del Padre”.

L’intera predicazione degli Apostoli trova qui il suo vertice e il suo compendio.

“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (CF MT 28,18). Il cristiano è uno che prende sul serio questo estremo insegnamento di Cristo. E’ Lui il nostro unico Re: nessuna autorità terrena può ai nostri occhi sovrastare la sua; nessun potere mondano può vincolarci con leggi che siano in contrasto con la sua verità; nessun governo può imporci degli ordini che si oppongano alla sua volontà. E’ il nostro unico Re, e perciò noi siamo un popolo libero e non accettiamo di essere, in senso proprio, sudditi di nessuno.

San Paolo con parole sfolgoranti così ci descrive l’ampiezza di quest’unica e assoluta signoria di Cristo: il Dio creatore di tutto “lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare, non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose” (EF 1,20-22).

Se il Figlio di Maria è il Re dell’universo, la sua dignità regale si riverbera necessariamente anche sulla madre, che in cielo è assisa accanto a Lui e coopera con Lui alla nostra salvezza. A giusto titolo dunque il popolo bolognese inneggia a Lei cantando: “Bella del ciel regina”; e con ragione noi riconosciamo in lei “il segno della nostra difesa e del nostro onore”.

Mi pare che oggi la Madonna di San Luca con le parole di San Paolo ci rivolga maternamente l’augurio più bello e più adatto a questa solennità: “Possa il Padre della gloria davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiuda la sua eredità e qual’ è la straordinaria grandezza della sua potenza verso noi che crediamo”. (EF 1,18-19)

16/05/1999
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