Cari fratelli e sorelle, la Chiesa inizia il cammino quaresimale facendo memoria delle tentazioni di Gesù.
Il fatto narrato nella pagina evangelica accade anche in ciascuno di noi. Gesù è il nostro capo e noi siamo le sue membra. In Gesù ciascuno di noi è stato tentato; in ciascuno di noi oggi Gesù è tentato; Egli desidera che la sua vittoria diventi nostra.
1. A che cosa il Satana tenta Gesù? E' molto semplice: a disobbedire a Dio, scegliendo un modo di vivere e di realizzare la sua missione, che non era quello che Dio aveva pensato e voluto. La stessa cosa accade anche in noi.
La prima mossa che Satana fa è di introdurre nella nostra mente e nel nostro cuore il sospetto che non Dio, ma ciascuno di noi sa qual è il suo vero bene, quale è la strada della vera felicità .
La seconda mossa del Satana è di introdurre in noi il sospetto che Dio non vuole il nostro bene; che Dio non ci ama veramente. E quindi è meglio che noi lo abbandoniamo, e seguiamo la nostra strada. Solo diventando autonomi nei confronti di Dio, saremo veramente liberi! Senza Dio si vive meglio.
Le modalità con cui il Satana ha cercato di distogliere Gesù dall'obbedienza al Padre, è di servirsi del modo comune di pensare del tempo in cui viveva Gesù, circa il Messia e la sua missione. Per essere brevi: il Messia, pensavano, avrebbe dovuto ripetere il miracolo della manna, trasformando dei sassi in pane; avrebbe dovuto apparire in tutta la sua gloria nel Tempio di Gerusalemme [pensate, un testo rabbinico dice: “i nostri maestri hanno insegnato: quando si rivelerà il re, il messia, allora egli verrà e starà sul tetto del Tempio”]; avrebbe dovuto avere il dominio su tutti i popoli, liberando così Israele da ogni servitù. Se voi rileggete le tre tentazioni, come sono narrate nel Vangelo, vedrete che esse vanno in quella direzione.
Cari amici, tutto questo accade esattamente anche a ciascuno di noi, quando siamo tentati dal Satana. Poiché, come dice la Parola di Dio, «tutto il mondo giace sotto il potere del maligno» [1Gv 5, 19], questi entra in noi servendosi dell'atmosfera culturale che respiriamo. La formula di solito di cui fa uso è sempre la seguente: “ma tutti fanno così; tutti pensano così, e tu vorresti fare diverso?”
E come risponde Gesù? In che modo vince la tentazione? In modo molto semplice controbatte: “la parola di Dio dice diversamente; Dio, il Padre, mi ha indicato un'altra strada, ed io mi fido di Lui, perché Lui solo è il mio Signore”.
Cari fedeli, Gesù vuole renderci partecipi della sua vittoria. Ma questo è possibile solo se la nostra fede nel Padre celeste sarà così forte, da non avere mai il benché minimo dubbio che la Legge del Signore è la via della nostra felicità vera; che Egli ci ama così profondamente che vuole prenderci per mano e condurci alla vera gioia.
Essere discepoli di Gesù significa quindi combattere contro lo spirito del mondo: non c'è sequela senza battaglia. Ascoltate che cosa dice l'apostolo Paolo: «Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo…e restare in piedi dopo aver superato le prove» [Ef 6, 11.13].
Mercoledì scorso la Chiesa ha pregato che possiamo «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male». Questa è la Quaresima che iniziamo: respingere le suggestioni del Satana e rientrare sulla strada del Signore.
2. La Chiesa ci dice anche quali sono i mezzi a cui dobbiamo ricorrere specialmente in questo tempo di Quaresima. Sono il digiuno, l'elemosina, la preghiera. Ma perché proprio questi tre? La Chiesa è una vera e grande educatrice.
Il Satana ci tenta ed il male si insedia sempre in una delle tre relazioni fondamentali della nostra persona: con se stessi; con gli altri; con il Signore.
La sobrietà intesa come stile di vita mette ordine in noi stessi. La condivisione – nelle forme e modi propri di ciascuno – dei propri averi con chi ha meno, mette ordine nelle relazioni con gli altri. La preghiera mette ordine nella relazione con Dio, perché ci tiene nella verità della nostra condizione: davanti a Dio siamo dei mendicanti.
La Quaresima è un grande dono di grazia: non sprechiamola, poiché durante essa noi ci uniamo al mistero di Gesù tentato nel deserto, e così in Lui e con Lui vinciamo le suggestioni del male.