DOMENICA III DI QUARESIMA (B)
[Castel d’Argile: 15-03-09

1. Il fatto narrato dal S. Vangelo appartiene ai gesti profetici compiuti dal Signore. Un “gesto profetico” è una azione che ha in se stessa un significato più profondo dell’apparenza; che vuole farci dono di una vera e propria rivelazione. La nostra meditazione dunque del testo evangelico deve essere oggi particolarmente attenta.

Il fatto narrato è molto semplice, e trova la sua spiegazione in ciò che normalmente accadeva nel tempio di Gerusalemme «quando si avvicinava la Pasqua».

Poiché molti erano i pellegrini che vi salivano, anche da fuori della Palestina, era necessario dare loro la possibilità di procurarsi gli animali per il sacrificio. Questa esigenza spiega il fatto che Gesù «trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombi». Nel tempio poi non tutte le monete avevano corso legale, per cui non raramente era necessario il cambio di valuta. Ecco perché Gesù trova anche «i cambiavalute seduti al banco».

Non vi è difficile immaginare a che cosa fosse ridotto il tempio, il luogo santo della divina Presenza, il luogo della preghiera: un «luogo di mercato». Gesù compie un gesto assai forte: «scacciò fuori tutti dal tempio con le pecore e i buoi: gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi». La ragione di questo severo comportamento di Gesù è detta da lui medesimo: «non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». Gesù vuole che la santità del luogo sia custodita gelosamente.

Ma Gesù stesso dona un’interpretazione molto più profonda del suo gesto, facendone appunto un gesto profetico. Quando i Giudei gli chiedono: «quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». E l’evangelista aggiunge: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo».

Che profonda rivelazione ci viene donata in tutte queste parole! Il tempio materiale di Gerusalemme è destinato a scomparire, ma esso – inteso come luogo della Presenza di Dio nel suo popolo, e luogo dove il fedele può accostarsi al Signore – sarà ricostruito in modo nuovo; e sarà veramente il nuovo tempio. Esso è il Corpo risuscitato di Gesù.

In che senso il Corpo risuscitato di Gesù è il nuovo tempio? In un duplice senso.

– In esso la Gloria di Dio prende possesso definitivamente, rendendosi presente e visibile in tutto il suo splendore. Domenica scorsa, se vi ricordate, abbiamo meditato la Trasfigurazione del Signore: ciò che sul Tabor è avvenuto per qualche istante, avviene una volta per sempre nella risurrezione.

– Mediante il Corpo risuscitato del Signore, per mezzo dei sacramenti delle fede, la Gloria di Dio prende possesso anche di ciascuno di noi. “Veniamo impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” [cfr. 2Pt 2,5]. La Chiesa che siamo noi; la Chiesa che è il Corpo di Gesù, è il nuovo tempio, in cui – come stiamo facendo ora – viene celebrato il culto gradito a Dio.

2. Noi leggiamo questa pagina evangelica dando inizio alla terza tappa del nostro cammino quaresimale verso la Pasqua. E, lo sappiamo bene, la Quaresima è tempo di conversione e di penitenza.

L’apostolo Paolo ci aiuta a capire il legame profondo fra questa pagina evangelica e il nostro itinerario quaresimale. Scrivendo ai Corinti dice: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» [1Cor 3,16-17].

La vostra vita, la vostra persona deve essere pura; nulla di immondo e di riprovevole deve essere in voi, poiché «anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito» [Ef 2,22]. Gesù è stato molto severo nella purificazione del tempio; egli ci dona la grazia della Quaresima perché il tempio del Signore che è ciascuno di noi sia purificato. Nella prima lettura ci sono indicate le regole fondamentali di questa purificazione: i santi comandamenti del Signore. E «la legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; … gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore».

Mi piace allora concludere con le parole di un grande pensatore cristiano del Medioevo. «Quando questo tempio diventa così libero da tutti gli ostacoli … esso splende con tanta bellezza e chiarità … che nessuno può gareggiare in splendore con esso se non il solo Dio increato » [Eckhart, Trattati e prediche, Rusconi, Milano 1982, pag. 190].

15/03/2009
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