Domenica V per annum

            Le parole che oggi Gesù dice alla sua Chiesa e a ciascuno di noi, sono di un'importanza fondamentale. Di che cosa parla il Signore? Della responsabilità che i discepoli di Gesù hanno verso la società in cui vivono. Siamo, desideriamo essere discepoli del Signore? Bene. Allora Egli oggi ci dice qual è la nostra funzione nel mondo in cui viviamo. E lo fa attraverso due immagini, il sale e la luce.

           

1.        Iniziamo dall'immagine del sale. «Voi» cioè: noi suoi discepoli «siete il sale della terra». Al tempo di Gesù il sale serviva a due scopi: rendere più saporiti i cibi [come oggi]; preservare i cibi dalla corruzione.

            Un Padre della Chiesa spiega il significato di questa immagine nel modo seguente: «sono giustamente chiamati sale della terra, poiché mediante il sale della dottrina, conservano i corpi per l'eternità» [S. Ilario].

            Che noi discepoli di Gesù siamo il sale della società in cui viviamo, significa che colla testimonianza della nostra vita impediamo che la corruzione del male si impossessi completamente del corpo sociale e lo consegni alla morte, al potere del male. Vi faccio un esempio, per spiegarmi meglio.

            Ogni giorno siamo testimoni del male che compie un sistema economico costruito solamente sulla ricerca del profitto privato, sul predominio del più forte sul più debole. Dire che i cristiani sono “il sale di ogni sistema economico” che cosa significa? Che essi, proprio in forza della loro fede, introducono nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità. Quando non è così, il sistema economico riduce alcune persone “a scarto” del sistema, delle quali non sa cosa farsene.

            Il Signore poi usa una seconda immagine: «voi» cioè: noi suoi discepoli «siete la luce del mondo». Questa immagine è più facile da capirsi.

            Le tenebre sono presso ogni popolo il simbolo dell'errore in cui possiamo cadere: l'errore circa le grandi questioni della vita. E chi si muove, cioè vive in tale oscurità, assomiglia ad un vagabondo che erra senza avere alcuna meta definitiva, ad una nave che naviga senza avere come sua meta nessun porto. La luce di cui parla Gesù è la verità che noi accogliamo mediante la fede. E la verità è che Dio ama ogni persona umana e si cura di essa. E' che l'amore di Dio raggiunge il suo vertice in Gesù.

            «Quando questa realtà viene oscurata, viene a mancare il criterio per distinguere ciò che rende preziosa ed unica la vita dell'uomo». E questi si smarrisce [cfr. Francesco, Lett. Enc. Lumen fidei 54].

            Vedete come è grande la missione del discepolo nella società? Papa Francesco nell'Es. Ap. Evangelii gaudium [n. 114] insegna che la missione del discepolo «implica essere il fermento di Dio in mezzo all'umanità». Implica «annunciare e portare la salvezza di Dio in questo nostro mondo, che spesso si perde, che ha bisogno di avere risposte che incoraggiano, che diano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino». Questo, in sintesi, significa essere sale e luce del mondo.

2.        Vorrei terminare con due riflessioni su quanto Gesù oggi ci dice.

            La prima. Se abbiamo ascoltato attentamente, una conclusione si impone: la fede non è qualcosa di privato. Guardate, cari fratelli e sorelle, che la riduzione della fede ad un fatto privato è oggi un pericolo molto attuale. Considerare cioè la propria fede come qualcosa che, quando entriamo nel mondo, va lasciata fuori. Ritenere che quanto ascoltiamo e celebriamo alla domenica, non abbia nulla a che fare con quanto viviamo il lunedì.    

            La nostra vita in questo modo diventa priva di unità. L'unità della vita consiste infatti nella capacità di essere se stessi sia quando ci troviamo nella sfera privata sia che ci troviamo nella sfera pubblica. Ciò che sono come discepolo di Gesù non è disgiungibile da ciò che sono in famiglia e come cittadino nella sfera pubblica.

            La seconda. Qualcuno potrebbe essere spaventato di fronte ad una missione così grande. Non bisogna spaventarsi. Non si richiedono studi, convegni o cose del genere. Ma una sola cosa: una profonda intimità con Gesù, nella preghiera, nell'ascolto della sua Parola, nella pratica devota dei Sacramenti. Se tu hai fatto esperienza dell'amore di Gesù; se vedi la bellezza della nostra fede, non c'è bisogno di altro per essere luce del mondo. Devi semplicemente dire Chi hai incontrato, e come questo incontro ha cambiato la tua vita. Così sia.

           

 

09/02/2014
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