Festa della SS. Trinità

            La festa odierna della SS. Trinità è singolare nelle celebrazioni liturgiche. Mentre nelle altre feste o solennità noi ricordiamo un fatto, un mistero della vita di Gesù [la sua Natività, il suo Battesimo…], oggi non celebriamo nessun mistero di Gesù. Che cosa allora?

            Tutto l'anno liturgico, che ha inizio colla prima domenica di Avvento, è la memoria e la ripresentazione di tutti i grandi fatti che hanno causato la nostra salvezza. Oggi noi  celebriamo le Persone Divine che hanno compiuto quei fatti; lodiamo i “protagonisti” della nostra salvezza. Sono le tre persone della SS. Trinità: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.

           

1.        La breve lettura evangelica mette in scena due dei tre protagonisti: il Padre, ed il suo Figlio unigenito, Gesù. Quali azioni compiono?

            «Dio [=il Padre] ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito». Ecco, fratelli e sorelle, il grande atto compiuto dal Padre, che sta all'origine di tutto. Egli «ha mandato il Figlio nel mondo». Ma la Parola è molto forte: ha dato, donato. Ci ha come regalato il Figlio. E per quale ragione? «Perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna». Il Padre dunque ha nel suo cuore un grande desiderio: rendere partecipi ciascuno di noi della sua stessa vita, la vita eterna.

            Ed il Figlio quali azioni compie? Potremmo dire una sola: obbedisce al Padre. Prestatemi bene attenzione. Il Figlio Gesù, mandato-donato dal Padre, non considera la sua uguaglianza al Padre un privilegio da non perdere mai, ma, dovendo vivere come noi, svuotò se stesso, fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce [cfr. Fil 2, 6-9]. Che cosa ha fatto Gesù? E' vissuto come noi; è morto come noi. Ma ha vissuto ed è morto in modo tale che, se abbiamo fede in Lui, noi in Lui vediamo il Padre.Gesù ha compiuto la nostra redenzione; ci ha rivelato il volto del Padre.

            E lo Spirito Santo che cosa fa per noi? La dice S. Paolo nella seconda lettura: «e la comunione dello Spirito Santo». E' questa la cosa più grandiosa. Egli fa sì che non siamo più estranei a quanto ha detto e fatto Gesù. Cioè: fa comprendere e gustare ciò che Gesù ha detto e ha fatto. E' dunque la nostra guida.

            Ma riprendiamo il testo di S. Paolo, che ho usato anche per darvi il saluto all'inizio della S. Messa. E' il riassunto di tutto quanto ho detto.

            La grazia del Signore Gesù Cristo è il dono della nuova vita e della salvezza di cui Gesù rende partecipi coloro che credono in Lui. L'amore di Dio è l'amore che si è espresso nel dono del Figlio unigenito, Gesù, e dello Spirito Santo, perché noi potessimo vivere la sua stessa Vita. La comunione dello Spirito Santo è la partecipazione al legame di amore che unisce il Padre e il Figlio.

            Che cosa meravigliosa oggi la Chiesa ci fa vivere!Il mistero delle Tre persone avvolge così interamente la nostra esistenza, che divengono il nostro Principio, il nostro Centro, il nostro Fine.

           

2.        Come allora dobbiamo stare alla presenza di questo Mistero? Quale deve essere il nostro atteggiamento? Ce lo insegna Mosè nella prima lettura, descrivendo il suo incontro col Signore.

            «Salì sul monte Sinai». Non possiamo vivere i grandi misteri della nostra fede; non possiamo incontrare il Signore, se non “saliamo”. Se ci lasciamo imprigionare dalle preoccupazioni, dagli affanni di questo mondo.          

            «Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò». Sono gesti di adorazione, di grande rispetto che Mosè compie alla presenza del Signore.

            L'incontro col Signore avviene principalmente nella Liturgia. E' la nostra celebrazione veramente un'esperienza di adorazione della SS. Trinità?Un'esperienza nella quale veramente il Signore ci rivela il suo Nome? «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà».

           

 

  

 

 

16/06/2014
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