funerali di mons. Vittorio Grandi

Bologna, Cattedrale

“I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come stelle per sempre” (Dn 12,3).

Queste espressioni delle profezie di Daniele convengono singolarmente a Monsignor Vittorio Grandi e ci ridanno serenità in quest’ora di mestizia e di rimpianto che ci vede radunati a dargli l’ultimo affettuoso saluto e a elevare per lui al Padre la nostra preghiera di suffragio.

Schiere di sacerdoti, nel tempo della loro formazione, dal suo magistero e dal suo esempio sono stati appunto “indotti alla giustizia”, cioè spronati all’amore per la verità rivelata, alla gratificante comprensione della parola di Dio, a un generoso servizio ecclesiale.

Anche dopo una pratica di decenni, le sue lezioni erano predisposte con una cura sempre nuova, sempre nitide e precise come la sua scrittura, sempre riviste e ripensate alla ricerca della forma più agevole e più efficace.

Era arrivato alla cattedra non giovanissimo, dopo un lungo ed esemplare ministero presbiterale a San Paolo di Ravone e dopo una eccezionale preparazione accademica, che gli ha permesso di conseguire, oltre alla licenza in scienze bibliche, anche un diploma in studi patristici e una laurea in teologia.

Davvero don Vittorio era uno di quei “saggi” che meritano, come abbiamo ascoltato, l’elogio del profeta. Il suo straordinario patrimonio culturale in lui conviveva armoniosamente con una fede robusta e intemerata, con un prezioso spirito di concretezza e con il buon senso tipico del nostro popolo. Sicché egli è stato preservato senza fatica dalle avventure intellettuali arrischiate, dalla tentazione degli ermetismi, dai vani e sterili autocompiacimenti, che talvolta insidiano gli eruditi e gli intelligenti citati in modo così poco lusinghiero da un celebre “loghion” del Signore (cf Mt 11,25).

Convinto che a educare gli aspiranti presbiteri non basta la scienza, ma occorre anche offrire l’esempio di una operosa attenzione pastorale, egli ha preso molto sul serio il suo contributo come canonico teologo alla vita di questa cattedrale nella quale ha prestato un ministero assiduo e fedele. Negli ultimi tredici anni poi, con giovanile slancio ha aggiunto a questo anche l’impegno di rettore del Santuario della Beata Vergine del Poggio di Castel San Pietro.

Ma non è possibile elencare, neppure sommariamente, tutte le attività di Monsignor Grandi (tra le quali emerge quella di Assistente del Movimento dei Laureati di Azione Cattolica e quella di professore di religione al liceo Fermi), nelle strutture diocesane e nelle molte parrocchie che hanno beneficiato della sua capacità oratoria.

Possiamo dunque misurare quanto sia rilevante e penoso il vuoto che questa morte lascia alla Chiesa di Bologna, la quale oggi, con questo rito, vuole manifestargli la sua doverosa e grande riconoscenza.

La parola di Gesù, che qui è risonata, ci ha consolato con le trascendenti certezze, alle quali questo nostro fratello carissimo nell’intera sua esistenza ha reso una eloquente e persuasiva testimonianza. “Tuo fratello risusciterà” (cf Gv 11,23), dice anche a noi come a Marta l’unico Salvatore e l’unica speranza del mondo. Noi sappiamo che chi crede in Gesù, anche se muore vivrà; e siamo ben convinti che chiunque è vissuto cordialmente e attivamente nella Chiesa – come ha fatto Monsignor Vittorio Grandi – e chi come lui ha creduto nel Figlio di Dio crocifisso per noi e risorto, “non morrà in eterno” (cf Gv 11,26).

Ce lo insegna la parola incontrovertibile del solo che è Maestro di verità e di vita, e ce lo garantisce il pegno della gloria futura donatoci dal sacrificio di redenzione, che ancora una volta adesso ci accingiamo a ripresentare e a offrire al Padre.

06/09/2000
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