Carissimi consacratie, carissimi fedeli, la Santa Liturgia che stiamo celebrando, ci invita a meditare su due temi: il tema della luce; il mistero della Presentazione del Signore.
1. La liturgia ha avuto inizio colla benedizione dei ceri, e la processione. La preghiera colla quale abbiamo dato inizio ci rivela il significato del rito.
Essa fu rivolta al Padre in quanto “creatore e datore di verità e di luce”, al quale abbiamo chiesto di “infondere nel nostro spirito lo splendore della sua santità”: è la luce che si irradia da Gesù, il Verbo incarnato «che illumina ogni uomo». Essa irradia la persona di Giuseppe e Maria, di Simeone ed Anna; e, secondo la profezia, è «luce che illumina tutte le genti».
Cari consacrati e consacrate, mi piace questa sera di vedere ciascuno di voi dentro a questo universo di luce. I Padri della Chiesa hanno sempre pensato il cammino spirituale come una progressiva esposizione della propria persona alla luce che brilla sul volto di Cristo. All’inizio della vostra decisione di consacrarvi sta il fatto che siete rimasti affascinati e come incantati di fronte alla luminosa bellezza del volto di Cristo. I Padri del deserto hanno chiamato la vita religiosa “Filocalia”, cioè amore per la bellezza divina che si è data a vedere in Gesù.
Per sua natura la vita consacrata è ricerca di un’unione sempre più profonda di Gesù: status adquirendae perfectionis, dicono i grandi Dottori della Chiesa. Siete dei grandi ricercatori, sempre in cammino. Anche quando dovete attraversare valli oscure, o perfino vere e proprie notti dello spirito. Se vivrete in questa continua ricerca del volto luminoso del Signore, anche voi diventerete la luce vera per ogni persona che incontrate.
2. Il centro di questa celebrazione tuttavia è il mistero della Presentazione di Gesù compiuta da Maria e Giuseppe nel Tempio.
Come abbiamo sentito nella prima lettura, il profeta Malachia aveva espresso uno dei desideri più profondi della fede ebraica: che nel Tempio si potesse celebrare un vero culto, nella santità. Vero, che cioè mettesse in relazione l’uomo con Dio. Era l’attesa che l’angelo dell’Alleanza venisse. La Presentazione del Signore nel Tempio adempie questa profezia.
La modalità di questo compimento è narrata e spiegata nella seconda lettura. E’ la modalità del dono che Cristo ha fatto di se stesso morendo sulla croce. Il dono di Sé che ha anticipato nella Presentazione al Tempio. Gesù è costituito vero mediatore, vero «angelo dell’Alleanza» fra Dio e l’uomo, che unisce Dio e l’uomo abolendo le distanze, eliminando ogni divisione e abbattendo ogni muro di separazione.
La vostra vita consacrata si radica dentro a questa unica vera Mediazione di Cristo. Senza questa mediazione, la vostra consacrazione rischierebbe di corrompersi in evasione o sublimazione. Essa infatti è “sacrificio a Dio gradito”; affermazione vissuta del primato di Dio e della Gloria. Ma al contempo, la vostra consacrazione è radicata dentro le miserie, le fragilità, i bisogni più veri e più profondi dell’uomo. E così la vostra persona per il fatto stesso di esserci, è un “ponte” fra la povertà umana e lo splendore della santità divina.
Ed allora, carissimi fedeli, eleviamo questa sera un inno di ringraziamento al Signore, perché ha fatto dono alla sua Chiesa della vita consacrata. Senza di essa, il mondo e la Chiesa sarebbero più poveri.
Giornata della vita consacrata
02/02/2015