IV° centenario della posa della prima pietra della chiesa di Santa Maria della Pietà

Bologna, Chiesa di Santa Maria della Pietà

Felice e doverosa memoria delle nostre radici e della nostra storia; riconoscenza al Signore per quattrocento anni di luce e di grazia elargiti a questo luogo santo; implorazione per il presente e per il futuro di questa comunità parrocchiale: ecco i temi della nostra preghiera odierna, ecco si sentimenti che rendono così suggestiva e preziosa questa solenne celebrazione eucaristica.

Quattro secoli fa, il 1 giugno 1600, l’arcivescovo Alfonso Paleotti poneva la prima pietra di questa bella chiesa, la cui costruzione era stata concordemente voluta e decisa dal Senato bolognese, dal Cardinal Legato e dai Tribuni della Plebe.

Due connotazioni singolarmente ricche di insegnamento caratterizzano dagli inizi questa casa di Dio: essa è stata pensata come la sede della vita religiosa dell’Opera dei Mendicanti, benemerita iniziativa di assistenza e di aiuto ai ragazzi più poveri e abbandonati; e ha goduto dell’interessamento e del favore delle Corporazioni cittadine di Arti e Mestieri. Così si spiega come mai i Setaioli, i Falegnami, gli Orefici, gli Speziali, i Fabbri, i Salaroli avessero qui la loro cappella.

E’ intuibile che le due circostanze non erano slegate ed estranee tra loro: i piccoli mendicanti non dovevano soltanto essere sfamati e alloggiati; era necessario, per salvarli dalla strada, che fossero messi in condizione di guadagnarsi onoratamente il pane con un lavoro bene appreso e affrontassero la vita muniti di una sicura capacità professionale.

Santa Maria della Pietà: il titolo, di cui questa chiesa si fregia dalla sua nascita, evoca appunto la sua finalità originaria. L’amore materno della Vergine verso ogni necessità e ogni sventura era qui richiamato a garantire e incitare la sollecitudine dei bolognesi nei confronti dei piccoli orfani, dei quali l’Opera dei Mendicanti si prendeva cura.

Come si vede, l’esortazione alla virtù teologale della carità e al tempo stesso alla virtù umana della laboriosità è la lezione che possiamo e dobbiamo raccogliere da questo sacro edificio e dalla sue antiche vicende.

Ed è una lezione che resta sempre attuale.

In questi quattro secoli la scena sociale si è radicalmente mutata. Sono cambiati i governi, sono cambiate le prepotenze, sono cambiate le illusioni, sono cambiati i comportamenti e le abitudini di vita. Ma la legge evangelica della carità e il valore insostituibile della fatica umana sono ancora in vigore.

Così come non è mai cambiata, nelle molte generazioni che si sono succedute a dare culto a Dio tra queste mura, la consacrazione battesimale al Padre, al Figlio, allo Spiritio Santo; non è cambiata l’adesione dei credenti al Signore Gesù, crocifissdo per noi e risorto; non è cambiata la verità della fede; non è cambiata la Chiesa Cattolica.

Questa Chiesa, sempre combattuta e sempre in compresa, in tutte le epoche di fronte alle potenze mondane appare normalmente la realtà più debole, ed è la sola che sopravvive. Sempre vecchia nei confronti della volubilità delle mode, si rivela alla fine sempre giovane e vitale perché è sempre in grado di dare a Dio nuovi figli e a ogni età genera nuovi santi.

Sono particolarmente lieto di essere in questa occasione con voi e di esprimervi cordialmente il mio affetto. Soprattutto il mio saluto affettuoso va al vostro parroco, il carissimo Monsignor Alessandro Barozzi. A lui, che ha raggiunto il bel traguardo di sessant’anni di sacerdozio, vanno le nostre felicitazioni e i nostri auguri. A lui voglio esprimere la gratitudine dell’intera nostra Chiesa petroniana per il suo lungo servizio, fedele, generoso, fecondo di bene.

03/12/2000
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