Meditazione del Rosario del 21 marzo 2020

Bologna, Cappella Ospedale Sant'Orsola

Oggi recitiamo la preghiera umile, insistente del Rosario, con Maria, Salute degli infermi e Consolatrice degli afflitti, proprio nella cappella dell’Ospedale Sant’Orsola.

Non possiamo andare, come vorremmo, da tutti i nostri fratelli colpiti dal Virus. Manifestiamo un segno della nostra vicinanza. Gesù è sempre pieno di compassione. Lui stesso sapeva che «deve soffrire molto». Il suo amore ci porta vicino a questi luoghi dove si combatte per la vita, dove non c’è tempo da perdere e dove abbiamo tanto bisogno di scoprire e ricoprire l’amore che è il mistero di Dio. E l’amore anima il servizio, in questi giorni instancabile, l’intelligenza, la capacità di umanità e di professionalità di tutti gli operatori della sanità cui affidiamo i nostri cari. Il Signore li benedica.

Gesù insegna una via di gioia non chiudendoci in noi o salvandoci da soli, ma amando gli altri e aiutandoli, scegliendo la via umanissima dell’amore. Lui è venuto “nell’albergo di questa vita” come scrive Sant’Agostino, come pellegrino perché il nostro cammino non sia mai solitario o senza direzione.

Io sono con voi tutti i giorni. Nessuno potrà strapparvi dalla mia mano. Perfino i capelli del vostro capo sono contati. Non siamo possidenti destinati a rimanere in questo albergo, ma possiamo possedere quello che non finisce e sarà sempre nostro: l’amore. Ero malato e sei venuto a visitarmi. Ecco chi è Gesù.

E’ venuto a visitarci, viene a visitarli, ci manda a visitarli. Ha compassione dell’angoscia di chi, malato, non vede l’ora di avere qualcuno, di sentire fisicamente la protezione, di sentirsi rassicurato, sentendosi perduto, misurando la fragilità del proprio corpo, in preda dell’angoscia. Mi colpisce sempre che l’ultima parola che viene affidata da chi sta male o che gli è dolce ascoltare è: “Ti voglio bene”.

E’ il vero testamento ed è quello che apre all’amore del cielo e che unisce terra e cielo, perché la terra è un paradiso quando siamo amati e amiamo, diventa un inferno quando l’amore è venduto, comprato, svuotato, mediocre, perché così non è amore.

E Gesù dice ai malati: Ti voglio bene. L’esperienza di chi esce dal tunnel della malattia è spesso una valutazione diversa delle cose, per cui quelle piccole, che prima disprezzava, i gesti cui non dava importanza, gli incontri che restavano insignificanti diventano tutti riflesso di qualcosa di grande e bello, specchio di commovente amore.

Ecco dov’è Dio? Dio soffre con l’uomo, è qui dove c’è qualcuno che soffre, è qui quando l’uomo i fa prossimo di suo fratello con compassione e tenerezza. Oggi inizia la primavera. Il creato, dono di Dio, ci aiuta a lodarlo e a capire che la sua volontà è amare l’uomo e che l’uomo lo ami, si senta amato e non abbia paura di amare Dio e il prossimo. Ci aiuta a credere che in ogni seme il fiore c’è e che la vita rifiorisce, il deserto diventerà un giardino.

E’ anche la giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ne ricordo uno solo e una sua frase che vale così tanto contro quel e questo virus. Padre Puglisi diceva: “Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto”. Vincere ogni male e fare fiorire la vita, dono di Dio.

21/03/2020
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