Messa esequiale per don Paolo Serra Zanetti

1. «Ogni volta che avete fato queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Grande mistero racchiudono queste parole! Esse rivelano che esiste una identificazione del Cristo con chi vive le forme più elementari della povertà: la fame, la sete, la nudità, la malattia, la mancanza di casa. Il Figlio di Dio facendosi uomo, in un certo senso si è unito ad ogni uomo; ma questa unione si esprime in grado eminente colla persona umana povera.

Cristo svela il mistero della sua identificazione col povero nel contesto della rivelazione che Egli fa di se stesso come giudice inappellabile della nostra persona e della nostra vita. Nella sua condiscendenza, Egli ci anticipa in base a che cosa noi saremo giudicati alla fine della vita: in base all’amore esercitato nei confronti del povero.

Questa pagina evangelica risuona oggi nel nostro cuore con una speciale forza persuasiva, poiché la vediamo interpretata ed attuata nella vita del nostro fratello, il sacerdote don Paolo.

Tutti coloro che, venuti a conoscenza della sua grave malattia e della sua morte, me ne hanno parlato, hanno sottolineato che don Paolo era l’uomo della carità. Tutto ciò che egli possedeva lo donava ai poveri. Essi lo aspettavano abitualmente fuori dalla Chiesa dove officiava, e venivano sempre generosamente aiutati. Veramente la parola liturgica risuona oggi con particolare intensità: et cum Lazaro quondam paupere, aeternam habeas requiem! è il farsi degli amici in terra – come dice il Signore – perché poi ci accolgano negli eterni tabernacoli.

2. Ma non possiamo tacere un altro aspetto della vita sacerdotale di don Paolo. Egli fu studioso serio ed attento della letteratura cristiana antica: di quella mirabile avventura dello spirito in cui per la prima vola la fede si coniugò colla ragione e ne estense la capacità conoscitiva.

Ho ricevuto varie testimonianze in questi giorni da parte di colleghi sulla dedizione con cui don Paolo si dedicò alla conoscenza dei Padri.

Scienza e carità: non sono forse le sue ali del sacerdote cristiano? le nostre ricchezze più preziose? Voglia don Paolo ricambiare la nostra preghiera di suffragio colla sua invocazione al Padre di ogni dono, perché queste due perle non manchino mai al presbiterio bolognese.

19/03/2004
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